Chiude Ilva Taranto, sciopero e tensione. Occupati gli uffici, Clini: 'Decreto giovedì'
Accertamenti Gdf a Bari e Roma su vecchia Aia. Sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm. A Genova tolto blocco operai autostrada. Cancellieri, ordine pubblico a rischio
La realtà, la terribile realtà del ricatto tra malattia e lavoro, si riprende la scena dopo il reality democratico. Un dramma che esplode in mezzo alla densa melassa di fuffa e che mostra la noncuranza della politica verso i più basilari fondamenti della civiltà del lavoro, la sua subalternità verso i padroni delle ferriere, espressione mai tanto appropriata. E ha poca importanza che qualche protagonista delle primarie sia direttamente coinvolto: sono almeno vent'anni che tutta la politica è implicata e compromessa dentro una trama attenta al privilegio e dimentica della società nel suo insieme.
Ed
è così che si è arrivati a questa realtà in cui si scopre che sono i
Riva a voler chiudere, che sono interessati a tenere aperto solo se
possono ignorare i fumi di morte che l'Ilva sprigiona. Ma l'arroganza e
la sfrontatezza con cui mettono la spada di Brenno sulla bilancia di un
potere politico gregario e convinto di doverlo essere, è stata loro
permessa, concessa, persino spronata con non voler vedere, con
l'aggiustare i limiti dei veleni, cedendo a un ricatto continuo che si è
consumato nella totale assenza di visione sul lavoro e volta, almeno
nell'ultimo decennio, a recuperare sulla pelle degli operai e dei
precari quei margini di competitività perduta con la moneta sovrana. Un
servizio a cui si sono piegate in qualche caso entusiasticamente le
famose "parti sociali".
Così
accade che le stesse persone che ci chiedono di mourir pour l'Europe,
sono gli stessi che avallano il metodo Bopal fregandosene delle
relazioni industriali in vigore nel continente. Siamo europei solo
quando fa comodo. E la cosa è stata evidente con la strage della Tyssen
Krupp che avvenne per la mancanza di elementari misure di sicurezza che
la stessa azienda non si sogna nemmeno di far mancare nei suoi
stabilimenti tedeschi. L'applauso di Confindustria agli assassini
delegati, insieme al silenzio della politica ha fornito un quadro
significativo della situazione, lo scenario nel quale si è inserito il
marchionnismo dal volto umano.
Perché loro vivono di chiacchiere, ma c'è chi ne muore.
processo d'Appello
Mercoledì 28
novembre presso il Tribunale di Torino ha inizio il processo
d'Appello ThyssenKrupp in seguito al ricorso presentato dai 6
imputati contro le condanne, da 10 a 16 anni, inflitte in primo grado
per il rogo del 6 dicembre 2007 in cui persero la vita 7 compagni di
lavoro.
L'impianto del ricorso si
basa sul fatto che la morte dei nostri compagni di lavoro non è
imputabile a mancanze o colpevolezze aziendali, peraltro ampiamente
dimostrate in aula, ma alla distrazione dei ragazzi: un'accusa
ignobile detta da chi,..
leggi anche : http://cipiri5.blogspot.it/2012/11/il-disastro-di-bhopal.html
Bhopal
Resti dello stabilimento di Bhopal
Il disastro di Bhopal è avvenuto nel 1984 nella città indiana di Bhopal a causa della fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL), consociata della multinazionale americana Union Carbide specializzata nella produzione di pesticidi.
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