NoBigBanks risponde: perchè i politici hanno abolito Glass-Steagall?
La separazione tra banche d’affari e banche di investimento fu una scelta degli anni ’30, a seguito della crisi di Wall Street del 1929. Come mai i politici hanno commesso l’errore di abolire negli anni ’90 la Glass-Steagall?
Quali effetti macroeconomici credevano di poter ottenere? Cosa invece è successo?
Quali effetti macroeconomici credevano di poter ottenere? Cosa invece è successo?
Ringraziamo il sito OMSEP-Osservatorio Meridionale per lo Sviluppo Economico e Politico, schierato in favore di Glass-Steagall, che ci ha posto alcune domande, le pubblichiamo in più parti, il testo integrale lo si legge invece su NoBigBanks.it risponde all’OMSEP
“Con NoBigBanks analizziamo il processo in corso – di cui l’Italia è solo un dettaglio – che formalmente potremmo far partire dal 15 agosto 1971, ma che in realtà trovava già un’ottima pasturazione nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di FDR (ndr:Franklin Delano Roosevelt), sia sul fronte politico-strategico che su quello economico e culturale.
Si osservò in quell’evento un salto di fase con il graduale progressivo allontanamento dal potenziamento dell’economia fisica, nei ritardi nella realizzazione delle infrastrutture strategiche e investimenti a lungo termine ad alta intensità di tecnologie e capitali, a cui si è sostituito una economia orientata alla soddisfazione del consumo abreve termine, che è poi la condanna del nostro tempo: si punta ad alti margini di ritorno per investimenti di breve respiro.
E’ su tali basi che si è prodotta una rottura che è stata mascherata dai trucchettifinanziari.
E’ su tali basi che si è prodotta una rottura che è stata mascherata dai trucchettifinanziari.
In questo quadro, si comprendono le ragioni di fondo che hanno condotto all’abbattimento del muro del Glass-Steagall ed alla affermazione della banca universale, che opera indistintamente per operazioni a breve e a lungo termine, e utilizza i depositi dei risparmiatori per fare operazioni spericolate di borsa, dando luogo a quella banca-casinòcontro cui ci battiamo.
Ciò che va messo in stato d’accusa è il sistema filo-speculativo che vede coinvolte istituzioni finanziarie, centrali culturali, col potente ruolo dei media, che potremmo in una espressione indicare come liberoscambismo speculativo, che ha orchestrato, finanziato, sostenuto una corrente di opinione a favore del progressivo abbattimento delle regole che per 60 anni avevano, tutto sommato, tenuto, è lì il problema. Al solito, le responsabilità sono individuali, ma dobbiamo riconoscere nella scuola liberoscambista la matrice culturale che ha determinato la degenerazione attuale.
Le Banche centrali intervengono con ingentissime immissioni di liquidità per tenere in piedi il sistema finanziario che è entrato in una drammatica crisi da collasso.
Siamo dinanzi ad un dirigismo speculativo che indirizza le risorse allo scopo di tenere in vita banche e istituzioni schiacciate da una mole poderosa di titoli tossici.
Siamo dinanzi ad un dirigismo speculativo che indirizza le risorse allo scopo di tenere in vita banche e istituzioni schiacciate da una mole poderosa di titoli tossici.
Il fenomeno ha raggiunto ormai un punto di non ritorno, ma il problema adesso è di leadership politica e di comprensione del processo così come lo abbiamo delineato.
La storia dell’umanità è sempre stata unoscontro tra forze e interessi, ci sono coloro che operano secondo una concezione imperiale, mirando al progressivo trasferimento di ricchezza e potere nelle mani di pochi privati, individuano nello stato nazionale il nemico pubblico numero 1, ma a queste si oppongono forze espressione degli ideali repubblicani, che operano per il conseguimento del benessere della comunità.
La stagione degli omicidi eccellenti tra gli anni ’60 e ’70 – i fratelli Kennedy, MartinLuther King, Enrico Mattei, Aldo Moro – rappresentò la rottura di un equilibrio che aveva sino ad allora visto prevalere la corrente repubblicana. Dopo di loro, tanto nei movimenti giovanili che nelle grandi organizzazioni politiche, si perse quella idealità che aveva animato quegli uomini simbolo, la cui eliminazione brutale servì da avvertimento – chi avrebbe ripreso la loro testimonianza avrebbe fatto quella stessa fine – in tal modo fumessa a sopire l’aspirazione al progresso così come l’avevano incarnata gli uomini e le donne della generazione precedente.”
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Salviamo la Gente. Riformiamo le Banche.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle, ma in noi stessi, se siamo schiavi”, dal Giulio Cesare di Shakespeare.
Salviamo la Gente. Riformiamo le Banche.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle, ma in noi stessi, se siamo schiavi”, dal Giulio Cesare di Shakespeare.
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