martedì 26 maggio 2009
Strage di Capaci
sabato 23 maggio 2009
Strage di Capaci
"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.
Questa è la base di tutta la moralità umana."
(J. F. Kennedy; citazione che Giovanni Falcone amava spesso riferire)
Oggi riccorre il diciassettesimo anniversario della strage di Capaci, in cui perirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonino Montinaro.
Non dobbiamo dimenticare...
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Palermo. Aggressione della polizia al corteo in memoria di Falcone
[27 Maggio 2009]
Ricevo questa denuncia dalla mailing list di «Bilanci di giustizia» e pubblico volentieri.
Salve,
io sono un docente palermitano militante nei Cobas della scuola.
Vorrei dare il massimo risalto a quanto accaduto sabato pomeriggio durante il corteo in memoria dell’assassinio del giudice Falcone.
Da più di dieci anni [anche se mi sembra ieri il 1992 sia lo shock provato che per il fatto che non siamo riusciti a cambiare nulla o quasi] noi Cobas partecipiamo a questa manifestazione e portiamo come simbolo non le bandiere, ma uno striscione con la scritta «La mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola», una sintetica riflessione con lo scopo di comunicare a politici [di tutti gli schieramenti, negli ultimi quattro anni abbiamo avuto tre governi e lo striscione è sempre stato identico] e società civile in genere che tagliando i fondi per la scuola si favorisce l’ignoranza e quindi la mafia.
Quest’anno i tagli maggiori sono stati nelle regioni del Sud e questo aggrava quanto detto sopra.
Durante il corteo sotto «l’albero di Falcone» [per chi non lo conosce è l’albero che si trova davanti al palazzo dove abitava il giudice Falcone] la polizia si è avvicinata al nostro striscione ed ha chiesto che venisse consegnato alle forze dell’ordine.
I nostri colleghi [tre in tutto] hanno cercato di spiegare che esiste la libertà di pensiero e di espressione.
Il risultato è stato che i poliziotti hanno chiamato rinforzi ed hanno così circondato i pericolosi terroristi [tre colleghi, tra l’altro pacifisti da sempre], hanno strappato con la forza lo striscione ed hanno portato in questura i colleghi denunciandoli a piede libero per vilipendio dello stato [dovrebbe esser scritto maiuscolo, ma oggi non mi va], resistenza a pubblico ufficiale [quindi condanniamo tutti i pericolosi pacifisti da Ghandi in poi] e manifestazione non autorizzata.
Chi ha partecipato alla manifestazione ha solidarizzato con i nostri colleghi abbandonando pure il palco da cui parlavano gli organizzatori della manifestazione, questi ultimi comunque non hanno fatto nulla per difendere i tre fermati dagli attacchi violenti della polizia.
L’atto mi ricorda quanto riferiscono i più anziani sul ventennio del secolo scorso.
Ancora più fascista è il silenzio della stampa e di tutta l’informazione in generale su un fatto grave e liberticida. Un pericoloso e vergognoso precedente.
Forse sarebbe utile pubblicizzare al massimo avvenimenti come questo.
Grazie!
Tommaso Lo Monte
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