''Picchiati e rapiti'' nel blitz. Oggi il rientro degli italiani
Onu chiede inchiesta internazionale, no da Italia
ISTANBUL - Un sacchetto per il vomito di quelli che ti danno sugli aerei, una bandana blu, due pacchetti di sigarette vuoti, due batterie per la telecamera, ma senza telecamera. E' tutto quello che e' rimasto a Manuel Zani, videomaker di 30 anni, dopo il blitz israeliano contro il convoglio di attivisti filo-palestinesi diretti a Gaza.
Al suo arrivo a Istanbul questa notte, insieme con gli altri cinque attivisti italiani - Angela Lano, Giuseppe Fallisi, Ismail Abdel Rahim Qaraqe Awin e Marcello Faracci - Zani, il piu' giovane del gruppo, e' piu' arrabbiato che provato: ''Avevo con me 10mila euro di attrezzature - racconta all'ANSA - le hanno sequestrate, chissa' se le riavro' mai indietro''. Un'esperienza dura quella che ha vissuto insieme con gli altri connazionali: prima l'assalto alla nave su cui viaggiavano, la '8.000', poi l'arresto e la permanenza in prigione. ''L'assalto dei soldati israeliani che si sono avvicinati alla nostra nave a bordo dei gommoni sembrava una scena di 'Apocalypse now''', racconta citando il film di guerra di Francis Ford Coppola. Ora che e' arrivato in Turchia, Zani si dice ''sollevato'', ma ''in Israele non ci torno neanche morto''.
Sollevato, ma visibilmente piu' stanco, e' il tenore Giuseppe Fallisi, 50 anni. Nei suoi occhi, ancora un velo di paura e incredulita' per cio' che ha visto e sentito sulla sua pelle: ''Siamo stati picchiati dalla polizia, prima sulla nave dai militari e poi ancora poco fa all'aeroporto di Tel Aviv'', racconta. ''Ci picchiavano ad esempio se non ci sedevamo, e dopo averci picchiati mandavano i medici a visitarci''.
Chi, invece, pur essendo molto provata dall'esperienza, non vuole denunciare le violenze subite e ribadire invece le motivazioni profonde che l'hanno portata sul quel convoglio e' la giornalista torinese Angela Lano, 47 anni: ''Siamo stati rapiti - si sfoga -, sia sulla nave che in prigione, dove non avevamo nessun tipo di diritto: non potevamo fare telefonate, chiamare i nostri avvocati. Sono anni che mi occupo di Palestina. A bordo non c'erano terroristi. Solo persone normali, disarmate armate solo del loro corpo'', prosegue.
E c'e' chi, a solo pochi minuti dal suo rilascio, gia' pensa al prossimo viaggio. Come l'italo palestinese Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin: ''Abbiamo fatto questo sacrificio per la gente di Gaza - dice con rabbia -, per quel milione e mezzo di palestinesi che sono in galera. Vogliamo farlo ancora. Vogliamo che il governo italiano e di tutto i Paesi del mondo capiscano. Basta con il silenzio: end the siege on Gaza''.
Dei cinque italiani arrivati stanotte ad Istanbul, Manuel Zani dovrebbe rientrare in Italia in mattinata con un volo per Roma, altri tre con un volo per Milano, mentre un quarto sarebbe in partenza per il Belgio. Il sesto italiano fermato nel blitz israeliano, Manolo Luppichini, dovrebbe partire da Tel Aviv, anche lui in mattinata, direttamente per l'Italia.
MORTI 8 TURCHI E 1 AMERICANO DI ORIGINE TURCA - I nove attivisti morti durante il raid israeliano sulla flottiglia per Gaza sono otto turchi e un americano di origine turca, e sono stati tutti raggiunti da colpi d'arma da fuoco. Lo scrive l'agenzia turca Anadolu citando i medici legali.
ITALIANI, FERMI 12 ORE IN AEREO A TEL AVIV - "Siamo saliti in aereo a Tel Aviv alle 12 e siamo partiti per Istanbul all'1 di notte: sono state 12 ore interminabili", racconta l'attivista Angela Lano, in partenza per l'Italia da Istanbul dopo il rilascio da parte di Israele in seguito al blitz contro la flottiglia filo-palestinese. "Tra l'altro - continua la giornalista torinese - non avevamo con noi nessun oggetto personale: durante il blitz ed al porto di Ashdod ci hanno sequestrato tutto, dicendoci di prendere con noi solo documenti d'identità e medicinali". "Nel carcere sono stata in cella con altre tre donne: un'ebrea, una cristiana ed una musulmana. C'era una grande armonia tra noi - racconta la Lano -, perché avevamo tutte gli stessi obiettivi".
RIENTRO ITALIANI PREVISTO OGGI SU ROMA E MILANO- Arriveranno con voli su Roma e Milano quattro dei sei attivisti italiani rilasciati da Israele in seguito al blitz contro la flottiglia filo-palestinese. Angela Lano, Giuseppe Fallisi e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin prenderanno un volo da Istanbul della Turkish Airlines alle 14:45 ora locale, con arrivo a Milano Malpensa alle 16:45. Manuel Zani partirà per Roma con arrivo previsto alle 10:40 a Fiumicino. Marcello Faracci è già partito per Bruxelles, mentre Manolo Luppichini dovrebbe partire da Tel Aviv direttamente per l'Italia.
ARRIVATI IN GRECIA 32 ATTIVISTI - Sono giunti in Grecia nelle prime ore di stamane, a bordo di un C-130 dell'aviazione nazionale, i 32 pacifisti ellenici fermati dagli israeliani. Con loro, informa il ministero degli esteri, ci sono anche tre cittadini francesi e un americano. L'aereo è atterrato all'aeroporto militare di Eleftsina (l'antica Eleusi), una trentina di chilometri dalla capitale, da dove era partito ieri sera per Israele. Ad accoglierli il viceministro agli Esteri, Dimitri Droutsas. Si tratta del secondo e ultimo contingente di greci rimpatriati, dopo il primo gruppo di sei giunto nei giorni scorsi con un aereo della compagnia israeliana El Al.
RIMPATRIATI GLI ATTIVISTI TURCHI, ANCHE I FERITI - Centinaia di attivisti turchi filo-palestinesi coinvolti nell'assalto israeliano al convoglio navale diretto a Gaza sono rientrati all'alba in patria, accolti trionfalmente da quasi 10.000 persone in attesa da ore all'aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul. La maggior parte dei 466 passeggeri a bordo dei tre velivoli della Turkish Airlines atterrati dopo le 2 locali erano turchi, ma con loro hanno viaggiato anche cinque italiani, britannici, spagnoli, olandesi e danesi. I tre aerei hanno trasportato anche le semplici bare di legno contenenti le salme delle nove vittime del blitz, quattro delle quali turche. Molte delle persone in attesa all'aeroporto della metropoli sul Bosforo sventolavano bandiere turche e palestinesi e innalzavano cartelli con la scritta "Israele assassino". Alcuni manifestanti hanno fatto a pezzi una bandiera israeliana. Poche ore prima, sulla pista di una base dell'aeronautica nei pressi di Ankara, erano atterrati due velivoli militari con a bordo 18 feriti, 17 turchi e un irlandese, che sono stati subito trasferiti in un ospedale della capitale, dove una piccola folla era ad attenderli per salutarli, anche qui sventolando bandiere turche e palestinesi.
ONU CHIEDE INCHIESTA INTERNAZIONALE, NO DELL'ITALIA - L'Onu chiede una ''missione di inchiesta internazionale'' per fare luce sul blitz delle forze israeliane contro la flottiglia di attivisti diretta a Gaza, ma l'Italia si sfila, e assieme a Stati Uniti e Olanda vota contro la risoluzione. Che viene comunque approvata.
Dopo il voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che sollecitava un'indagine ''rapida, imparziale, credibile e trasparente'' (ma non internazionale), ieri e' stato il Consiglio dei diritti dell'uomo dell'Onu - con sede a Ginevra - a fare un passo avanti, chiedendo di ''inviare una missione internazionale per indagare su violazioni delle leggi internazionali'': sono i si' a prevalere (32) nella sessione straordinaria dell'organismo convocata su iniziativa del rappresentante palestinese e di quelli del Sudan, del Pakistan a nome della Lega Araba e dell'Oci, l'Organizzazione della conferenza islamica. Ma l'Europa si spacca, e i no 'pesano': accanto al disco rosso di Stati Uniti e Olanda, arriva anche quello dell'Italia. Immediate le critiche da Israele. Il portavoce del ministero degli Esteri Igal Palmor parla del Consiglio Onu come di un organo che ''ha perduto da tempo la propria autorita' morale'', per di piu' ''in mano a Paesi antidemocratici''. E loda ''la voce morale e coraggiosa di quei Paesi, fra cui l'Italia, che hanno resistito alla offensiva cieca ed automatica nei confronti di Israele''. Ma il 'no' opposto dall'Italia scatena la polemica politica. Con la Farnesina costretta ad intervenire per spiegarne le ragioni. Israele e' ''uno Stato democratico e perfettamente in grado di condurre un'inchiesta credibile e indipendente, il che non significa necessariamente internazionale'', puntualizza infatti il portavoce del ministero, Maurizio Massari, sottolineando che Franco Frattini e' stato uno dei primi a chiedere che vi fosse un'inchiesta credibile e democratica per accertare i fatti e a condividere il testo approvato ieri dal Consiglio di Sicurezza. D'altra parte, secondo la ricostruzione italiana di quanto avvenuto oggi a Ginevra, a rompere la trama di una possibile posizione comune dell'Europa, magari centrata sull'astensione, e' stata la Slovenia. ''L'Italia - racconta Massari - era incline verso un voto negativo perche' il testo, a differenza di quello approvato due giorni fa dal Consiglio di Sicurezza, conteneva toni fortemente polemici, poco costruttivi, che in questa fase delicata non erano in grado di creare le premesse per una diminuzione delle tensioni che l'Italia, assieme agli Stati Uniti di Barack Obama, invoca per mantenere in vita il negoziato israelo-palestinese, che e' la nostra priorita'''. Nonostante questo, racconta ancora, ''abbiamo offerto la nostra piu' ampia disponibilita' per cercare una posizione comune europea d'intesa con i nostri partner che avrebbe potuto coagulare il consenso intorno all'astensione''. Una soluzione che avrebbe consentito una posizione comune dell'Europa, ma che ha incontrato l'opposizione della Slovenia. Lubiana aveva deciso di votare si' al testo presentato dai palestinesi e ha voluto mantenere la propria posizione, impedendo una soluzione unitaria. ''L'inchiesta per accertare i fatti, democratica ed indipendente - e' la posizione italiana ribadita dalla Farnesina - e' comunque assolutamente necessaria per ristabilire la fiducia nella regione e sul piano internazionale''. L'opposizione pero' insorge. Leoluca Orlando, per l'Italia dei Valori, parla di ''clamoroso autogol'' e chiede al ministro degli Esteri di riferire in Parlamento. Stessa richiesta arriva dal Pd per bocca di Lapo Pistelli, responsabile relazioni internazionali del partito. Paolo Ferrero (Prc-Se) definisce ''vergognoso'' il voto italiano e vuole le dimissioni del titolare della Farnesina. Scende in campo anche la Focsiv, la federazione che raccoglie molte ong cattoliche: ''inaccettabile'', secondo il segretario Sergio Mareli, la posizione dell'Italia a Ginevra.
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