21 marzo
Giornata contro
le discriminazioni razziali
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali,
l’UNICEF Italia ribadisce l’uguaglianza dei diritti e l’eliminazione
delle discriminazioni per tutti i bambini e gli adolescenti di origine
straniera che vivono, crescono, studiano, in Italia.
Secondo indagine commissionata dall’UNICEF, che ha coinvolto 518 adolescenti di cui 118 di origine straniera, è emerso che il 22.2% del campione degli adolescenti di origine straniera ha subito in prima persona manifestazioni di razzismo.
Inoltre,
per entrambi i campioni di adolescenti il razzismo non è espresso
solamente attraverso manifestazioni violente, ma in primis tramite rifiuto o emarginazione (44.4% dei ragazzi di origine straniera e 43.0% degli italiani).
Recentemente, anche il Comitato ONU contro le discriminazioni razziali ha richiamato l’Italia a garantire pari protezioni legislative contro le discriminazioni razziali sia ai cittadini che ai non cittadini.
Il
diffondersi di comportamenti discriminatori nei confronti di bambini e
adolescenti di origine straniera, sta comportando un grave rischio di
esclusione sociale.
L’indagine
sopra citata restituisce anche un ulteriore spunto di riflessione
rispetto alla condizione di molti minori di origine straniera.
7 adolescenti su 10, sia italiani che di origine straniera, non sono a conoscenza delle attuali procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana, percentuale che non sale se la domanda viene posta al target adulto (solo il 36.8% afferma di conoscere la legge in merito).
La maggior parte degli adolescenti italiani (67%) e la quasi totalità di quelli di origine straniera (91.7%) sarebbero però d’accordo nel concederla per diritto a chiunque nasca in Italia e la stessa cosa vale per il target adulto (76.9%).
Attualmente secondo la legge n.91/1992,
che disciplina la materia, il minorenne che nasce in Italia da genitori
residenti e non cittadini diviene titolare di permesso di soggiorno
temporaneo (che deve essere rinnovato dai familiari fino alla maggiore
età) al compimento del diciottesimo anno, allorché ha un anno di tempo
per fare richiesta della cittadinanza italiana, dimostrando di aver
vissuto con continuità sul territorio dello Stato.
Tale
disciplina appare ormai inadeguata in un Paese in cui il numero di
minorenni residenti di origine straniera sfiora il milione e in cui
sono 650.000 i bambini nati in Italia da genitori non cittadini.
L’UNICEF Italia attraverso la Campagna “Io come Tu”, anche in occasione di questa ricorrenza, sollecita una riforma della legge 91/1992
e auspica che tale riforma sia orientata ai principi di superiore
interesse del minorenne e di non discriminazione alla base della
Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
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non conoscevo questo episodio risalente agli anni 60. Grazie
RispondiEliminaOK . GRAZE , CIAO
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