Uomo-donna, la 'Giornata europea per la parità retributiva'
Oggi 5 marzo è la giornata europea dedicata alla parità retributiva tra uomo e donna.
Con questa iniziativa, giunta alla seconda edizione, la Commissione Europea intende sensibilizzare il pubblico sulle disparità retributive che ancora persistono all'interno della UE a favore dei lavoratori maschi.
Basti pensare che gli ultimi dati del 2010, indicano un divario retributivo medio nell'Unione del 16,4% e confermano una leggera tendenza al ribasso rispetto al 17% circa degli anni precedenti. Il tasso varia dal 2% circa in Polonia a oltre il 27% in Estonia. Tuttavia, nonostante il poco significativo miglioramento complessivo, il divario tende ad allargarsi ulteriormente soprattutto in Bulgaria, Francia, Lettonia, Ungheria, Portogallo e Romania. Questo, nonostante il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro esista nei trattati dell'Unione fin dal 1957. L'Italia, inutile sottolinearlo, non brilla.
Nel nostro Paese per le donne che scelgono di lavorare è ancora più dura, perché la loro situazione è aggravata dalla carenza cronica di servizi e dalla mancanza di una politica per la famiglia degna di questo nome.
Il Capogruppo IdV in Commissione Lavoro al Senato, Giuliana Carlino, che con il partito si sta battendo da tempo per introdurre in tutti i Paesi della Ue le migliori leggi a favore delle donne, è in prima linea anche in questa occasione: “Oggi - dice - è la giornata europea per la parità retributiva, un'importante occasione per ricordare la grave disparità di trattamento economico tra uomo e donna. I giorni trascorsi dal 1 gennaio al 5 marzo - ricorda - sono pari a quelli che una donna deve lavorare in più per guadagnare quanto un uomo, il Governo ha il dovere di eliminare questo divario e voglio sperare che la giornata sia da impulso per il nostro Paese” Non solo retribuzione. “Sono diverse – aggiunge Carlino – le riforme che servono per garantire la parità di genere e le possibilità di lavoro e carriera anche alle donne, a cominciare dal part time e dagli asili sacrificati dai tagli del precedente Governo. E' tempo di dimostrare discontinuità se davvero la situazione è cambiata, il Ministro Fornero deve impegnarsi affinché sia rispettato il principio della parità retributiva già fissato nel trattato dell'Unione del 1957.
Invece gli ultimi dati della Commissione Europea indicano un divario che in media è del 16,4%, è necessario garantire alle donne la possibilità di conciliare lavoro e famiglia. Ma – conclude la senatrice IdV – bisogna farlo presto: se non ora, quando?“.
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