QUESTI SONO I 10 PUNTI FONDAMENTALI
DEL PROGRAMMA RIVOLUZIONE CIVILE
10 punti programmatici minimi irrinunciabili
1. Sì a un’Europa dei cittadini, alla rinegoziazione del debito
pubblico e delle normative europee al riguardo attraverso una alleanza
dei Paesi mediterranei oggi devastati dalla crisi e a un progetto di
riconversione di ampi settori dell’economia in grado di rilanciare
l’occupazione con migliaia di piccole opere di evidente e immediata
utilità collettiva. No all’Europa delle banche e dei banchieri e delle
politiche recessive in atto.
2. Sì a un grande progetto di
riconversione ecologica dell’economia e di riassetto del territorio
nazionale e dei suoi usi per garantire la sicurezza dei cittadini e la
riduzione del consumo di suoli agricoli. No alle grandi opere (dal Tav
Torino-Lione al Ponte sullo stretto e al proliferare di autostrade e
raccordi) inutili, dannose all’ambiente e alla salute ed economicamente
insostenibili.
3. No a contrazione del lavoro e al precariato e
alla riduzione di fatto dei salari e delle pensioni. Sì al ripristino
delle tutele del lavoro e dei lavoratori cancellate dai Governi
Berlusconi e Monti (anche con sostegno ai referendum) e alla
sperimentazione di modalità di creazione diretta di occupazione, anche
in ambito locale, all’introduzione di un reddito di cittadinanza, al
potenziamento degli interventi a sostegno delle fasce più deboli e dei
presidi dello stato sociale (nella prospettiva di un welfare dei diritti
e non di forme di assistenzialismo caritatevole).
4. No agli
attuali costi fuori controllo della politica e alla rappresentanza come
mestiere. Sì alla autonomizzazione della politica dal denaro,
all’abbattimento dei relativi costi, alla previsione di un tetto massimo
per i compensi pubblici e privati, all’azzeramento delle indennità
aggiuntive della retribuzione per ogni titolare di funzioni pubbliche.
5. Si a un’imposizione fiscale più incisiva sui redditi elevati, sui
patrimoni e sulle rendite finanziarie (con estensione alle proprietà
ecclesiastiche). No ad aumenti delle imposte indirette e a inasprimenti
della fiscalità nei confronti dei redditi medio-bassi.
6. Sì a
un’azione di ripristino della legalità, di contrasto della criminalità
organizzata, dell’evasione fiscale e della corruzione con recupero di
risorse da destinare a un welfare potenziato e risanato dal
clientelismo. No alle politiche dei condoni e alle leggi ad personam.
7. No a tutte le operazioni di guerra e drastica riduzione delle spese
militari. Sì alla destinazione dei corrispondenti risparmi e di risorse
adeguate a sanità, scuola pubblica, ricerca e innovazione (nella
convinzione che sapere e istruzione sono prerequisito della democrazia e
intervento strategico).
8. Sì a politiche di valorizzazione
dei beni comuni e a forme di sostegno e promozione delle esperienze di
economie di cooperazione e solidarietà. No allo svuotamento di fatto dei
referendum del 2011 e alla vendita ai privati dei servizi pubblici
locali.
9. No ad ogni forma di discriminazione e di razzismo (e
alle leggi che ne sono espressione, a cominciare dalla Bossi-Fini). Sì
al pieno riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle
coppie a prescindere dal genere, a una cultura delle differenze, a
politiche migratorie accoglienti e all’accesso alla cittadinanza per
tutti i nati in Italia.
10. Sì a una riforma democratica
dell’informazione e del sistema radiotelevisivo che ne spezzi l’attuale
subordinazione al potere economico-finanziario. No al conflitto di
interessi e alla concentrazione dell’informazione.
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