L'Expo è un affare anche per il racket:
15mila prostitute in arrivo a Milano per il 2015
Fra i milioni di visitatori che arriveranno a Milano per l’Expo, c’è una categoria di cui il Comune farebbe volentieri a meno: quella delle prostitute. Gli operatori del sociale hanno già calcolato che potrebbe calarne una cifra oscillante fra le 15 e le 30mila. Così come successo per i Mondiali di calcio in Germania, per le Olimpiadi di Londra — ma anche, banalmente, come avviene ogni anno per il Salone del mobile — il racket si prepara a spedire nell’area metropolitana migliaia di ragazze da sfruttare. Romene, albanesi, bulgare, nigeriane, marocchine e anche cinesi. Ma ci saranno anche i trans e uomini, perché l’offerta dovrà essere variegata. Comunque, un esercito di professioniste ma anche di ragazzine minorenni rapite nei villaggi dell’Est Europa o dell’Africa centrale.
«Stimiamo circa 7mila donne sul marciapiede a Milano, con punte più alte nei fine settimana e il doppio per le fiere — spiega l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino — ma abbiamo segnalazioni che i numeri cresceranno molto di più in occasione dell’Esposizione del 2015. Bisogna correre ai ripari. Sono contrario alle case chiuse, che non fanno altro che occultare il problema senza risolverlo. Bisogna puntare tutto su prevenzione, riduzione del danno e recupero delle vittime». Durante un convegno in Sala Alessi è stato fatto il quadro di un’emergenza il cui aspetto visibile sulle strade è solo la punta di un iceberg. Negli ultimi due anni le unità mobili di Caritas, Padri Somaschi, Ceas e altre cooperative finanziate dal Comune, in 352 uscite,
hanno intercettato su strada 1337 fra donne (932) e uomini.
L’afflusso di professioniste del sesso in occasione dell’Esposizione è una cosa seria, e ad accogliere i più di 20 milioni di turisti che si stima arriveranno nei sei mesi da maggio a ottobre, ci saranno prostitute per tutte le tasche: dalle escort di lusso, che soddisfano i loro clienti direttamente
negli alberghi, fino alla prostituzione di strada, le cui protagoniste sono tutte vittime di tratta.
Dietro questo business, come sempre, ci sono storie di violenza, che arricchiscono le organizzazioni criminali che se ne occupano. Secondo una stima elaborata a febbraio dal Coordinamento lombardo antitratta, saranno almeno 15mila le nuove “sex worker “che arriveranno a Milano per prepararsi al grande evento. Provenienza: soprattutto i Paesi dell’est Europa, meglio se membri dell’Unione Europea. Durante i Mondiali in Brasile della scorsa estate, Milano s’è svuotata delle sex worker sudamericane, rientrate in patria per esercitare durante il grande evento. Al contempo, però, sono cresciuti i nuovi arrivi, soprattutto dall’Albania. Il 56% dei controlli fatti dall’associazione antitratta milanese Segnavia, guidata dai Padri somaschi, ha coinvolto donne appena arrivate sulla piazza lombarda.
Da quando l’Istat ha incluso nei suoi conteggi anche il mercato nero di sesso e droga, il Pil italiano ha fatto un balzo del 3,7%. Nel 2010 la stima della Commissione parlamentare affari sociali era di un mercato da 5 miliardi di euro e 9 milioni di clienti. Giro d’affari che resta però confinato al mercato illegale. Al contrario, altri Paesi ne hanno fatto una risorsa e gestendolo come un settore di commercio a pari di altri, sfruttando i grandi eventi. Vedasi, per esempio, la Germania nel 2005, quando ai Mondaili di calcio mancavano dodici mesi. Anche in quel caso le associazioni antitratta e gli esperti stimavano che il mercato del sesso avrebbe avuto un boom. E Berlino s’è premunita aprendo il bordello più grande d’Europa: Artemis, la casa chiusa con wellness. L’imprenditore dietro al progetto è un turco-tedesco, Haki Simsek, che l’ha messo su con 5 milioni di spesa. All’indomani della sconfitta con l’Italia nella semi-finale l’imprenditore dichiarò ai media tedeschi: “So che non dovrei gioirne, ma la sconfitta della Germania per il business è stata pazzesca”. Evidentemente migliaia di tedeschi hanno sfogato le loro frustrazioni tra le lenzuola dell’Artemis. E il bordello ha avuto la benedizione anche di Hydra, il sindacato delle prostitute tedesche: la filiera di provenienza delle prostitute è chiara e non alimenta cartelli criminali, così come chiare sono le condizioni igieniche e lavorative.
“Oggi sono tornate le ‘schiave del sesso‘, grazie alla tratta e a varie altre forme di sfruttamento globale del corpo femminile (e non solo). E soprattutto oggi ci sono vari gradi e livelli di prostituzione che hanno bisogno, a mio parere, di approcci differenti. C’è la migrante ‘trafficata’, ci sono le prostitute ‘locali’ – donne che spesso hanno subito abusi e stupri o che vivono in condizioni di disagio sociale – ma c’è pure la escort di lusso o la ragazza che esercita il ‘mestiere’ solo per un tempo limitato, magari per pagarsi un viaggio o addirittura gli studi” .
Noi miriamo a tamponare un’emergenza sanitaria e alla fuoriuscita delle donne dal racket. Ma c’è un sommerso inquietante nelle case, nei night, nei cinema, negli alberghi. Intercettiamo solo il 10 per cento delle donne sfruttate. L’unico modo per uscirne è combattere la rete criminale che governa questo mondo».
«Il Comune fa già la sua parte: i soldi per la parte sanitaria deve metterli la Regione».
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"In un paese con 4 milioni di precari e il 40% di disoccupazione giovanile, è inaudito lavorare gratis per l'EXPO e spacciare questo impegno come "lavoro" e/o come "volontariato".
Il volontariato lo si fa per aiutare gli altri,
non le multinazionali del cemento inquisite per associazione mafiosa"...
."In un paese con 4 milioni di precari e il 40% di disoccupazione giovanile, è inaudito lavorare gratis per l'EXPO e spacciare questo impegno come "lavoro" e/o come "volontariato".
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