IL GOVERNO IMPIEGHI L’ESERCITO SABATO
A PRESIDIO DI MILANO E DELL’ENI
Premetto che chi scrive ha ricoperto per molti anni a cavallo degli anni ’80 e ’90 la carica di Direttore Generale della SOFID, Società Finanziamenti Idrocarburi, Capogruppo finanziaria dell’ENI e pertanto a conoscenza dell’importantissimo ruolo per la sicurezza strategica nazionale che ha sempre svolto l’azienda fondata dal grandissimo e sempre compianto Enrico Mattei.
Ebbene, per sabato 5 maggio nel pomeriggio, è prevista a Milano una manifestazione di protesta anti-ENI organizzata dalla sinistra estrema, movimenti anarchici, centri sociali e dagli immancabili Black Bloc provenienti da tutta Europa ad iniziare (che caso!) dalla Francia e dalla Germania alla parola d’ordine perché “il governo italiano finanzia i campi di concentramento in Libia e le milizie che li gestiscono, L’ENI e le altre imprese di bandiera cercano di preservare e allargare i loro affari, ricorrendo a qualunque signoria della guerra locale” (dai volantini che circolano sul web). Anche agli occhi dei meno addetti ai lavori appare chiaro che le motivazioni addotte siano alquanto pretestuose e risibili non per altro perché dovrebbe esserci prima di Milano e dell’Italia file interminabile di paesi da contestare per motivi ben più gravi e reali ad iniziare proprio da quelli
da dove provengono molti manifestanti.
Allora perché prendersela proprio con l’ENI a Milano quando per il mondo ci sarebbero motivi molto più “comprensibili” di contestazione? O considerano la ELF, la SHELL, la ESSO, la TOTAL, ecc… esempi di virtusismo e impeccabili operatori nel settore petrolifero?
La risposta è purtroppo molto semplice: perché l’ENI è un boccone molto ambìto rappresentando non solo un asset strategico italiano per l’approvvigionamento energetico, ma anche per la “dote” in giacimenti petroliferi sparsi per il mondo. Insomma chi controlla l’ENI controlla l’Italia e mette le mani su cospicue riserve petrolifere contando inoltre su elevatissime tecnologie e invidiati know how nel settore delle perforazioni offshore (es. SAIPEM). Perciò a Milano si cerca la guerriglia contro l’ENI per indebolirla e renderla più aggredibile in un momento delicatissimo della politica italiana con un governo dimissionario e in carica per gli affari correnti, ma che è completamente senza spina dorsale e che vive alla giornata, più attento che non ci siano danni materiali per le strade che lungimirante ai veri motivi per il quale domani sarà provocato volutamente l’inferno a Milano. Proprio per questo i leader politici di qualsiasi colore, a patto che considerino come priorità assoluta l’interesse del Paese, dovrebbero urgentemente invocare l’utilizzo dell’esercito a presiedere la città di Milano con il preciso ordine di “proteggere” dalla furia telecomandata dei Black Bloc & Co. non solo i cittadini milanesi ma anche i facili bersagli come stazioni di servizio e le auto Enjoy identificando tutti, nessuno escluso, i manifestanti e dando l’inequivocabile segnale che l’Italia non è intenzionata a spossessarsi dell’ENI. Magari potrebbero emergere delle sorprese dall’attenta identificazione dei partecipanti, scoprendo chi siano realmente i “mandanti” e i finanziatori di tale strana e sospettissima manifestazione che ha tutti i presupposti di essere
una missione punitiva intimidatoria nei confronti dell’Italia.
Domenica prossima dai giornali non vorremo leggere l’ennesima devastazione del centro di Milano in stile inaugurazione EXPO’, ma un bel pò di gente identificata con nome e cognome e i collegamenti con chi ha interesse a trasformare il nostro Paese in un campo di battaglia per poi farcelo portare via per un piatto di lenticchie, pardon, di crauti!
Antonio M. Rinaldi
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Previsioni per il 2018
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