Michela Murgia ha smontato la retorica populista
e l’uso dei simboli religiosi che Giorgia Meloni
fa a scopi politici (stessa cosa che fa il food blogger).
“Se ho visto l’intervento di Giorgia Meloni alla manifestazione a Roma? Vorrei dirvi no, ma la risposta è sì. Ma è chiaro che quando lei nomina il crocifisso e il presepe, lo dico da cristiana, non fa riferimento ai valori evangelici, fa riferimento a dei marcatori culturali che lei usa come fossero dei corpi contundenti. Questa è una donna che nella sua vita personale ha fatto delle scelte che certamente non sono congruenti con l’idea di famiglia cristiana che lei sopra quel palco sembra voler difendere. Non le chiedo conto di questo, perché io credo che ciascuno di noi debba essere libero di vivere la propria vita come vuole. Ma quando tu vuoi imporre agli altri un modello di vita che tu stesso non rispetti, capisci che un po’ il cortocircuito si sente. Credo che questo si chiami ipocrisia.
Un po’ mi fa paura. Mi fa paura la ferocia, non quella del tono, che è il tipico tono da comizio in una piazza. Ruggiva, ma è il sottinteso che c’è in quelle parole. Prima di tutto il fatto che la cittadinanza non sia un diritto, ma sia un favore. Lo ius sanguinis ti fa un regalo, perché tu non hai alcun merito di quella condizione. Mentre chi arriva, rispetta le leggi, paga le tasse se la deve meritare la cittadinanza. Con questo criterio nemmeno se i tuoi genitori sono qui da 20 anni, sei nato qui, vai a scuola in Italia, nemmeno in quel caso sei italiano per loro”.
Queste sono le persone che vorrei vedere in un confronto con Giorgia Meloni, donne preparate, intelligenti, capaci non solo di tener testa alla sostenitrice della famiglia tradizionale, ma anche di metterla in imbarazzo.
Grazie Michela.
Giorgia Meloni, cacciata con sputi, insulti...
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