A poche settimane dal colpo di stato che ha estromesso Evo Morales dalla presidenza, dopo inesistenti accuse di brogli, sono stati pubblicati gli audio relativi alle conversazioni della “cupola” dentro gli apparati di sicurezza, che dimostrano come tutto era stato preparato nei minimi dettagli grazie all’addestramento a stelle e strisce.
General Williams Kaliman_el jefe de las FFAA de Bolivia
La tornata elettorale del 20 ottobre era già stata pianificata come la giornata del non ritorno. Si perché l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), attraverso il supporto diretto di Jair Bolsonaro, Presidente del Brasile e di Iván Duque presidente colombiano, e da potenti gruppi evangelici, doveva semplicemente denunciare dei brogli, che non c’erano, e far montare la rivolta dei gruppi organizzati, finanziati dalla agenzia statunitense USAID, diversi anni prima,
proprio per sovvertire il Presidente Indios.
Così, non appena la voce dei brogli si diffondeva, uscivano dal nulla Luis Fernando Camacho, presidente del Comitato per Santa Cruz, e Marco Pumari, leader civico di Potosí. Questi, cominciavano a mettere a ferro e fuoco il paese. Morales, messo alle strette, faceva il tentativo di sospendere il Tribunale Supremo Elettorale, accusato di aver generato brogli che non ci sono stati, e indire nuove elezioni. L’OSA annunciava un Audit per spiegare l’entità dei brogli. Ma non spiegava niente, se non reiterare le accuse senza prove: già era stato tutto deciso.
La polizia scendeva nelle strade insieme ai miliziani finanziati dall’USAID, alla caccia dei dirigenti del MAS, il Movimento per il Socialismo di Morales. Il presidente democraticamente eletto, veniva consigliato dal capo dell’esercito di dimettersi per pacificare il paese. Morales accettava, ma anziché pacificare i golpisti avevano già emesso un mandato di cattura per il presidente, contemporaneamente al repulisti dei dirigenti del MAS: linciaggi, case bruciate, arresti arbitrari… Morale fuggiva in Messico… Infine, c’è da dire che già il 22 ottobre, il Center for Economic and Policy Research (CEPR), aveva segnalato l’assoluta regolarità delle elezioni boliviane, al punto che Morales in realtà aveva guadagnato più voti regolari di quelli realmente certificati…
Il resto è cronaca di questi giorni, dove per ordine del nuovo vertice dello stato, insediatosi arbitrariamente, parliamo dell’autoproclamata presidente Jeanine Anez, la polizia ha licenza di uccidere per le strade chiunque, senza doverne rispondere…
Dopo le rivelazioni di qualche anno fa sul piano Condor diventa difficile ormai per gli Stati Uniti, rendere segreti i programmi e le strutture organizzative per il controllo militare dell’America Latina.
All’estrema destra Calderón Mariscal a scuola dall’ FBI
Controllo che avviene all’interno delle sedi diplomatiche, i cui addetti militari, quindi gli alti ufficiali dell’esercito, ma anche delle forze dell’ordine, vengono inseriti in veri e propri programmi formativi, organizzati didatticamente dall’FBI, dove vengono insegnate due discipline: “Comando e stato maggiore” e “Guerra di controinsurrezione”. Il primo corso è, come dire, il fiore all’occhielo del WHINSEC, o meglio conosciuta “School of the Americas”, presso Fort Benning in Georgia.
Ora, il capo dell’esercito, il generale Williams Kalimán Romero, colui il quale consigliò a Morales di dimettersi, è stato addetto militare della Bolivia a Washington dal 2013 al 1016. Ma già, a quanto sembra, il corso per adetti militari della WHINSEC lo aveva seguito nel 2003. Il comandante della polizia, il generale Vladimir Calderón Mariscal, colui il quale per primo si è schierato con i miliziani golpisti, per il repulisti dei dirigenti MAS, è stato presidente degli addetti di polizia dell’America Latina, a Washington fino a dicembre 2018.
Il programma APALA
Ma non è finita qui. Si, perché gli apparati di polizia di dieci paesi latinoamericani sono costantemente formati dall’APALA, con sede a Washington. Mediante questo programma di sicurezza multidimensionale, veengono costruite relazioni e connessioni tra le autorità statunitensi e i funzionari di polizia dei paesi membri dell’OSA. I dieci paesi in questione sono: Brasile, Bolivia, Colombia, Cile, Ecuador, El Salvador, Panama, Perù, Messico e Repubblica Dominicana. E’ in questo contesto che vengono insegnate le tecniche di controinsurrezione. Questo programma, negli ultimi anni, ha generato i cambi di regime e le operazione di controinsurrezione ad Haiti e Honduras.
Ma la perla di questa storia deve ancora arrivare. Quattro dei comandanti della polizia boliviana, addestrati dall’FBI, sono stati tra i protagonisti del golpe contro Morales: il generale Remberto Siles Vasquez, il colonnello Julio César Maldonado Leoni, il colonnello Oscar Pacello Aguirre, il colonnello Teobaldo Cardozo Guevara. Questo si potuto sapere grazie alle rivelazioni di alcuni media latinoamericani, come El Periodico, che hanno pubblicato degli audio in cui viene perfettamente svelato il complotto tra forze dell’ordine, militari e milizie.
Ma da questi audio viene a galla un altro nome pesante, quello dell’ex candidato alla presidenza Manfred Reyes Villa, il cui ruolo centrale nella trama del golpe lo inserisce appieno tra le menti strategice. Anche perché Villa risulta proprio essere un ex studente della WHINSEC…
Articolo di Marco Marano
FONTE: The Gray Zone, El Periodico
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È un colpo di stato fascista quello che ha costretto alle dimissioni e alla fuga il presidente boliviano Evo Morales. Un colpo di stato d’estrema destra orchestrato da una destra populista, bianca e oligarchica, con la connivenza aperta degli Stati Uniti.
Voglio ricordare che la Bolivia possiede da sola più del 40% delle riserve di Sali di litio del mondo …e il litio sarà presto il carburante del mondo...
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