Giorgia Meloni si è accorta di aver fatto un gesto forse troppo forte persino per lei quando ha imposto ai suoi di astenersi dal votare la “mozione Segre”. E, in aggiunta, mentre tutto il parlamento rendeva omaggio alla senatrice a vita, quelli di Fratelli d’Italia- insieme a Lega e Forza Italia – sono rimasti seduti. La leader di destra, dunque, ha provato a rimediare, ma la toppa è decisamente peggiore del buco. Come a giustificarsi per l’astensione sul voto di una mozione che difende i valori dell’antifascismo e che attacca l’antisemitismo (evidentemente la Meloni è a favore del fascismo e dell’antisemitismo) ha detto: “Ci siamo astenuti perché difendiamo la famiglia”.
Bah! Cosa avrà voluto dire la Giorgia nazionale? A riferire il tutto è la stessa senatrice Liliana Segre: “Mi ha telefonato l’altra sera: ‘Sa, ci siamo astenuti perché noi difendiamo la famiglia’. Le ho risposto: ‘Cara signora, io difendo così tanto la mia famiglia che sono stata sposata per sessant’anni con lo stesso uomo’. Qualcuno mi dovrà spiegare cosa c’entri tutto questo
con la Commissione contro l’odio”.
La Meloni incalza: “Trovo triste e grave che qualcuno abbia avuto la spregiudicatezza di sostenere l’assurda tesi secondo la quale i partiti di centrodestra si sarebbero astenuti sull’istituzione della Commissione perché contrari a contrastare il razzismo e l’antisemitismo”, ha dichiarato in un secondo momento. E poi: “Come sostenuto da personaggi ben più autorevoli di me, la Commissione approvata dalla maggioranza appare uno strumento molto debole di contrasto all’antisemitismo ma al contempo uno strumento molto forte di censura politica”.
L’astensione del centrodestra, però, continua a fare rumore. La Comunità ebraica romana e il Vaticano intervengono con toni critici e preoccupati. E non resta indifferente nemmeno il Quirinale, dove Sergio Mattarella, parlando degli orrori della Guerra Mondiale, pronuncia un monito che da tutte le forze politiche viene collegato a quanto accaduto a Palazzo Madama: “Non bisogna abbassare mai la guardia, sottovalutare tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l’evidenza, allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio”.
“Sconcerta un po’ l’astensione di alcune forze politiche, una scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa – dice la presidente degli ebrei romani Ruth Dureghello -. In questo momento c’è bisogno di unità e non bisogna lasciare adito ad alcuna ambiguità”. Si dice invece “preoccupato” il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin: “Su alcune cose, su valori fondamentali dovremmo essere tutti uniti – commenta -. Ci sono cose su cui dovremmo convergere”.
“Non c’è dubbio che questo è un tema che deve accomunare tutti – afferma il presidente della Camera Roberto Fico -. Non ci possono essere distinzioni di parte”. Critiche anche dall’Associazione nazionale partigiani (Anpi), che parla di “atteggiamento grave e fortemente irresponsabile, interpretabile come atto di legittimazione dei fenomeni che la Commissione intende contrastare”.
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Ma è chiaro che quando lei nomina il crocifisso e il presepe, lo dico da cristiana, non fa riferimento ai valori evangelici, fa riferimento a dei marcatori culturali che lei usa come fossero dei corpi contundenti. Questa è una donna che nella sua vita personale ha fatto delle scelte che certamente non sono congruenti con l’idea di famiglia cristiana che lei sopra quel palco sembra voler difendere...
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