Forse Lucia Borgonzoni in questi ultimi mesi è stata troppo impegnata a chiedere di parlare di Bibbiano invece che informarsi sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. Perché ieri a Piazza Pulita la candidata della Lega alla presidenza della Regione Emilia-Romagna ha dato la netta impressione di non sapere – o di non aver capito – in che cosa consista la riforma del MES e in che modo funzioni il Fondo salva stati
Borgonzoni: parlaci del MES
Il che è senz’altro curioso, visto che da settimane Salvini e la Lega parlano di un fantomatico complotto ai danni del Paese ordito nientemeno che da Giuseppe Conte per poter mantenere la poltrona di Presidente del Consiglio. Una narrazione che sfida i fatti e la logica (per usare due concetti tanto cari a qualcuno) perché presuppone, nell’ordine, che quando fin dal dicembre del 2018 Conte e Tria hanno partecipato ai negoziati europei per la riforma del MES sapessero che il Governo gialloverde sarebbe caduto entro la fine dell’estate del 2019; e soprattutto presuppone che nessuno dei leghisti al governo (il vicepremier, i i viceministri e i sottosegretari, tra cui la stessa Borgonzoni) non sapessero nulla di quello che stava succedendo. Ma il Governo era perfettamente informato sin dal dicembre del 2018 della volontà di riformare il Fondo salva stati così come il Parlamento era a conoscenza della posizione dell’esecutivo sulla riforma del MES.
In tutto questo poi c’è la senatrice Borgonzoni. Che ieri da Formigli ha detto cose come «noi mettiamo a rischio i nostri titoli di Stato se in ipotetica bisogna rientrare di 120 miliardi in sette giorni si può andare a prenderli da quelli che sono i titoli di stati, indirettamente o direttamente arriva a me sta cosa». Andiamo con ordine, quali sono questi 120 miliardi di euro? La Borgonzoni la spiega così: «sarebbero i fondi che teoricamente noi abbiamo nel vecchio fondo salva stati e possono essere richiesti allo Stato italiano in sette giorni perché se noi vogliamo accedere ci sono una serie di clausole che noi ogni anno dobbiamo rientrare del debito del 20%». Ci avete capito qualcosa? Di fatto la Borgonzoni sta dicendo che qualora l’Italia avesse bisogno di soldi per uscire da una crisi economica dovrebbe dare 120 miliardi di euro in sette giorni. Il che non ha alcun senso perché come spiega Carlo Calenda «se hai bisogno di soldi sono gli altri paesi che li versano, e non tu». Per il semplice motivo che non ce li hai. Questa non è alta finanza, è semplice economia domestica. E già adesso si può chiedere una ristrutturazione del debito
(che ovviamente comporta un taglio dei titoli di Stato).
La grande confusione di Borgonzoni sul meccanismo backstop per le crisi bancarie
«Ti può essere richiesto in sette giorni», scandisce roboticamente la Borgonzoni, manco il MES fosse gestito da Samara di The Ring. È evidente a questo punto che la Lega sta tentando di fare terrorismo sul Fondo Salva Stati, e il bello è che lo fa senza sapere quello che dice. Il tutto senza dire che l’Italia, essendo detentrice del 17% delle quote del Fondo e visto che si decide con la maggioranza dell’85% ha il potere di veto che le consente di bloccare eventuali intervento di salvataggio per altri stati. C’è poi una linea di credito che aiuta i paesi a rischio di essere “contagiati” dal default di un altro paese. Infine c’è la possibilità di aiutare le banche in difficoltà
(come è stato fatto in Spagna proprio dal MES).
Secondo la Borgonzoni «probabilmente, succedesse qualcosa ad una banca tedesca la signora Maria che c’ha dei titoli di Stato probabilmente avrà dei titoli di stato che costa meno perché con il Fondo Salva Stati si aiuta una banca tedesca, questo è il fatto». Di nuovo, cosa vuol dire questa affermazione? Assolutamente nulla. Un po’ come quando Salvini dice che il Fondo Salva Stati «è una pistola puntata alla testa dei risparmiatori». Ma come può funzionare che se una banca tedesca è in difficoltà la signora Maria vede perdere di valore i titoli di Stato (si presume italiani) in suo possesso? La Borgonzoni ha una spiegazione: «se il fondo salva stati viene utilizzato per salvare una banca tedesca noi abbiamo un problema: chiediamo anche noi il fondo e a noi dicono per avere quel fondo devi rispettare dei parametri che non lo possiamo rispettare». Non ha alcun senso, perché se una banca tedesca è in difficoltà l’Italia dovrebbe chiedere di accedere alla linea di credito per gli Stati?
E perché le due cose sono collegate? Borgonzoni non sa, non lo spiega, non risponde.
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