Maria Stella Gelmini, il ministro dell'Istruzione più odiato nella storia dell'Italia repubblicana (più della vecchia Falcucci, la ricordate?), sta per ricevere una gragnuola di calci nel muso.
Lei che ha pianificato il licenziamento in un triennio di 132.000 insegnanti, lei che ha cacciato a calci i 229.000 precari della Scuola Pubblica senza incontrarne i rappresentanti mai, lei che ha creato un oggettivo peggioramento della qualità dell'insegnamento in Italia attraverso un indiscriminato taglio di fondi, lei che ha creato le classi bolgia con più di 30 studenti, lei grazie alla quale le scuole non hanno più un euro per comprare la stessa carta igienica (figuriamoci i libri di testo per gli studenti o i computer), insomma: lei che ha messo faccia e firma sull'uccisione della Cultura in Italia e sulla creazione di disoccupazione in un settore già disagiato.... beh, ha in arrivo una bella bastonata.
La ministra dal viso perennemente acidulo, che la settimana scorsa ha parlato di eredità scomoda per ciò che concerne la situazione nella Scuola dimenticando volutamente di ricordare che nei 10 anni passati ben 7 hanno visto il centro-destra al potere, con gli sfasci sociali che hanno prodotto, ora è nel mirino del Codacons che ha annunciato esposti in 104 procure italiane per "turbativa di pubblico servizio", ma soprattutto un mega ricorso contro i licenziamenti della "riforma".
Più precisamente si parla di "interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni" e di un megaricorso collettivo contro i tagli agli organici del personale che lasceranno a casa migliaia e migliaia di titolari di cattedra (cioé vincitori di concorso pubblico!) e precari e che hanno fatto esplodere la protesta culminata nello sciopero della fame di diversi insegnanti e nell'accampamento fuori del ministero.
Il Dm 26 agosto 1992 prevede un affollamento massimo per classe di 26 persone. In pratica, tra alunni e insegnanti, non bisogna superare le 26 unità: un docente e 25 allievi, o due insegnanti e 24 alunni. Ma si potrebbe ancora scendere: un'aula di 36 metri quadri può ospitare al massimo 18 ragazzi: è una questione di spazio. La Gelmini ha mostrato ancora una volta ignoranza della normativa della Scuola, e ha fatto davvero un bel pasticcio, di cui pagherà le conseguenze assieme agli uffici scolastici regionali che dovessero attuare le sue deliranti disposizioni.
Il Codacons precisa che con la riforma Gelmini "si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi e si violano le norme di igiene pubblica sul limite minimo di spazio che un'aula deve avere". E, per i casi di classi fuorilegge, chiede alle procure di avviare l'azione penale contro il ministro e i direttori regionali e di "sequestrare le classi illegali".
La Gelmini, odiata in ogni scuola della Repubblica (tranne quelle private, beneficiate dalla "riforma"), si prepara ad incassare la punizione.
Le Scuole sono povere, mancano i soldi per la pulizia, per i servizi, da quelli igienici a quelli finalizzati alla didattica (libri, computers, attrezzature in generale), e in questi edifici così impoveriti dalla Gelmini insegneranno meno insegnanti, quelli salvatisi dalla mannaia dei licenziamenti (chiamati da lei "riorganizzazioni di organici"), gli alunni disabili avranno meno ore di sostegno, gli studenti saranno stipati in aule che non possono alloggiarli bene, le classi numerose non potranno essere seguite bene dai professori... uno scadimento totale.
Questa donna parla di miglioramenti ma sta operando nella direzione totalmente contraria: è giusto che paghi per le gravissime conseguenze delle sue scellerate azioni. Venga dunque una punizione esemplare per chi sta attuando un disegno politico ben preciso: quello di distruggere la cultura anzitutto, e poi di punire tutte quelle persone (gli inseganti) del mondo della Scuola che tanto hanno protestato contro il governo in questi anni. La Cultura è nemica dei Regime, anzi: il Regime è nemico della Cultura, e chi governa sta distruggendo tutto punendo i fautori della creazione del livero pensiero.
Ora basta.
SCUOLA, PRECARI BLOCCANO NOMINE SOSTEGNO: "VOGLIAMO TRASPARENZA"
by Omnimilano
Assemblea permanente e blocco delle nomine per le cattedre di sostegno per le scuole secondarie di Milano e provincia. Sono le iniziative dei coordinamenti dei docenti precari in corso in queste ore mentre si stanno effettuando le nomine presso la scuola Ipc Cavalieri di via Olona. I precari chiedono che "le nomine vengano fatte in trasparenza, non in aule chiuse ma pubblicamente nell'aula magna. Già gli scorsi anni - spiega Giuseppe Palatrasio del coordinamento 3 ottobre - sono state fatte nomine in deroga alle regole, quest'anno vogliamo che le regole siano tutte rispettate. I tagli alla scuola non fanno che rendere più inefficiente il sistema di reclutamento". Secondo quanto spiegano i precari, sono 152 le cattedre di sostegno da assegnare tra medie e superiori a Milano e provincia, "un numero già sottostimato rispetto alle 200 di cui è stato calcolato il fabbisogno". La protesta dei coordinamenti precari (3 ottobre ma anche Movimento scuola precaria di Milano, Presidio permanente lavoratori della scuola) sta bloccando "due nomine su tre", spiega ancora Palatrasio. "Dai funzionari del provveditorato non c'è stata data risposta alle nostre richieste, proseguiamo con l'assemblea permanente".
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