lunedì 27 settembre 2010
Vesuviani, differenziano, Bertolaso ”ammucchia”
Qui Terzigno.
Sono due notti che una macchina attraversa le strade dei comuni vesuviani, una voce pacata amplificata dal megafono invita la gente a scendere in strada per partecipare al presidio contro l’apertura della seconda cava. Segno che la partecipazione comincia a mancare. Nessun assordante rumore di eliche, né di sirene. Niente che lasci pensare a scontri continuati. I camion arrivano scortati, qualche lancio di sasso, qualche carica più minacciata che realmente avvenuta. A far più rumore adesso sono le pesanti accuse ed offese che i tutori dello Stato si lanciano gli uni contro gli altri. Lo stordimento di quest’ultima settimana, tra improvvisi clamori e azioni degenerative, tra il fumo di qualche razzo lanciato a disperdere la folla di persone disarmate e inermi, ha indotto molti alla rassegnazione. In altre persone invece ha rafforzato l’idea dell’opporsi. Il sindaco di Boscoreale, Langella, ha iniziato oggi lo sciopero della fame, domani si tenterà l’occupazione della scuola media Cardinal Prisco di Boscotrecase; occupazioni simboliche, senza violenza, senza cappucci. Quel che colpisce il cuore, quel che più ti fa chiedere in che razza di Italia viviamo, è quando assisti impotente a delle scene che nessuno sottolinea, che nessuno riporta. Immaginatevi una strada, abbastanza larga, scarsamente illuminata di notte, circondata da ampi spazi di terra coltivata e abitazioni. Ormai è buio, arriva il momento di scendere in strada a supportare l’opposizione allo scempio. Le persone disarmate da un lato, i poliziotti armati dall’altro. I primi vorrebbero fermare i camion, non incendiarli, i poliziotti devono impedirlo ad ogni costo, devono assicurare il passaggio dell’infinita colonna giunta da tutta la regione a sversare nel Parco Nazionale il loro carico, incontrollato, di rifiuti di ogni genere. I poliziotti, minacciano di intervenire se qualcuno proverà a fermare gli autocompattatori. Minacciano cariche e lancio di lacrimogeni e a questo punto una donna, anziana, con la mascherina sul naso, perché è di notte che il puzzo di putrefazione sale fino a provocarti conati di vomito gli si fa vicino, li guarda e non capisce perchè mai dei poliziotti, degli uomini e delle persone come loro, non capiscano il perché della lotta; non la sentono anche loro la puzza? Li guarda e alzandosi la mascherina bianca gli chiede: ”diteci voi allora come dobbiamo difendere i nostri diritti!”. Gli agenti non rispondono, non possono, hanno solo l’ordine di disperdere la folla.
Qualcuno, malamente informato, diffonde a livello nazionale la mala idea che la raccolta differenziata fatica ad imporsi, qui, a Terzigno, a Napoli, in Campania.
I nostri comuni vesuviani, Boscoreale, Terzigno, Boscotrecase e Trecase invece la fanno, da tempo, per bene. La raccolta porta a porta funzione, la cittadinanza la trova comoda proprio perché ogni sera gli basta mettere il rifiuto fuori la sua porta e non andare fino ai cassonetti. L’indifferenziato tre volte a settimana, l’umido un giorno sì e uno no, la carta una volta, così vetro e plastica. Per gli ingombranti c’è il numero verde, per i rifiuti speciali precisi indirizzi. Non vivono barbari, come qualche redazione dice, i vesuviani non sono i ”meridionali” a cui va insegnata la cultura del rifiuto.
Noi differenziamo, Bertolaso da ordine di - ammucchiare – nella discarica di Terzigno.
Io personalmente chiamai, mesi fa, una ditta di Caserta che lavora il vetro, chiamai per verificare se a loro giungesse il vetro che noi ricicliamo. Mi si rispose di no, che dalla Campania gli arrivava ben poco. Così per la carta, così per l’umido e plastica. In Campania l’emergenza rifiuti è stata fermata immagazzinando rifiuti nelle discariche e non costruendo una filiera produttiva del rifiuto. Noi non abbiamo nessun vantaggio economico nel differenziare anzi, paghiamo una tassa maledettamente alta. Nemmeno in salute ci guadagniamo, in quanto Bertolaso non ha usato i fondi pubblici per costruire enti o aziende o macchinare per la lavorazione degli scarti, finisce tutto indiscriminatamente nel Parco Nazionale del Vesuvio.
E allora, i ”barbari”, chi sono?
http://www.agoravox.it/I-Vesuviani-differenziano.html
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