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martedì 28 settembre 2010

Un giorno di guerra vale dieci ospedali: Gino Strada


dice Gino Strada

Una medicina dei diritti perché tutti hanno diritto a essere curati al passo con i progressi della scienza medica





Duecento milioni di euro è il costo di un giorno di guerra in Afghanistan, lo stesso della costruzione, equipaggiamento e funzionamento per i primi tre anni di dieci nuovi ospedali in Africa.
“Si prendessero un giorno libero” dice Gino Strada, il fondatore di Emergency, durante la conferenza su ‘Guerra medicina e diritti umani’ all’incontro nazionale di Firenze.
Dieci centri d’eccellenza che Emergency vorrebbe costruire nel continente africano realizzando il progetto Anme (African Network of Medical Excellence) lanciato con un appello congiunto firmato a Karthoum, in Sudan, da undici Paesi per una “Rete sanitaria d’eccellenza in Africa”.
Il progetto nasce per affermare il semplice diritto di tutti gli esseri umani ad essere curati al passo con i progressi della scienza medica.
“In Africa ci sono le risorse umane, scientifiche ed economiche per realizzare tutto questo” dice Strada “non mancano i cervelli e spesso persone preparate al meglio sono costrette ad operare in condizioni di privazione estrema. Questo progetto vuole favorire lo sviluppo della medicina in quel continente”.
Basta pensare alla mortalità infantile: se ogni anno nel mondo muoiono dieci milioni di bambini nei primi cinque anni di vita, la metà è in Africa.
“Due sono i fattori che hanno ridotto la mortalità infantile in Europa dall’ottocento ad oggi, uno è l’igiene e la formazione delle levatrici, l’altro è lo sviluppo della medicina” continua il fondatore di Emergency, “quello che in Africa è mancato è il secondo fattore”.

Un’altra prospettiva da cui osservare la questione è quella della guerra: dal 1946 ad oggi nel mondo si sono svolti 165 conflitti che hanno provocato 25 milioni di morti. È il periodo a cui generalmente ci si riferisce come “dopoguerra”, ma è facile capire che la guerra non ha mai fine, mette in moto una spirale di cui per la maggior parte sono vittime i civili. “La guerra non è lo strumento con cui risolvere i problemi. L’unico antidoto alla guerra è la costruzione di diritti”, afferma ancora Strada, “la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sancisce la fondamentale uguaglianza in dignità e diritti di ogni essere umano, il concetto che adesso dobbiamo inoculare nella comunità scientifica e nella società civile è quello di una medicina dei diritti”.
Il Manifesto per una medicina basata sui diritti umani, elaborato a Venezia nel 2008 in un incontro promosso da Emergency, prevede che il diritto alle cure mediche è fondamentale e irrinunciabile e che i sistemi sanitari siano basati su tre principi fondamentali: uguaglianza, qualità e responsabilità sociale, il ché tradotto in pratica significa che i bisogni sanitari in tutto il mondo siano trattati con mezzi al passo con i progressi della scienza medica.
Secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma nel 2000 nel mondo sono stati spesi 798 miliardi di dollari per la guerra, nel 2009 la cifra è salita a 1531 miliardi di dollari.
Tradotto in termini un po’ più vicini a noi vuol dire 4,2 miliardi di dollari al giorno, 50mila dollari al secondo.
Ecco perché un solo giorno di guerra, in Afghanistan, vale la costruzione di dieci ospedali in Africa.
Alessandro Micci


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