A un anno dalla prima consegna delle casette provvisorie, a L’Aquila gli sfollati sono ancora 48.114, e poco più di 8 mila negli altri comuni del cratere. Hanno ricevuto una casa in 14.349, in 25 mila se la cavano da soli: lo Stato elargisce loro 300 euro al mese [ma a singhiozzo]
A poco meno di un anno dalla prima consegna delle casette provvisorie, a L’Aquila e nel cratere sono ancora un esercito gli assistiti dallo Stato. I dati più aggiornati, diffusi in questi ultimi giorni di agosto dalla Struttura per la gestione dell’emergenza, quella che ha di fatto sostituito la Protezione civile dallo scorso inverno, parla di 56.298 persone sfollate: 48.114 solo nel capoluogo, poco più di 8 mila negli altri comuni del cratere. Nello specifico aquilano, a fronte dei 14.349 «fortunati» che, a causa dei forti danni o al crollo della propria abitazione, hanno ricevuto un alloggio presso una delle 19 new town del piano C.a.s.e., esistono 25.852 persone che provvedono da sole a se stesse, pur avendo, ad oggi, una casa inagibile con danni più o meno gravi. Possono contare solo su un contributo economico da parte dello Stato con cui affrontare le spese «per la sopravvivenza». Le cifre non sono per tutti uguali, ma non superano i 300 euro a persona al mese, a meno che non si tratti di persone anziane o malate alle quali viene corrisposto un contributo più alto. Considerando l’aumento dei canoni richiesti dai proprietari di case agibili o già ristrutturate, le cifre del contributo non sono pienamente corrispondenti alle esigenze delle famiglie e, quel che è peggio, il contributo arriva a singhiozzo. Grazie ad uno sforzo da parte del Comune che ha anticipato per conto dello Stato una mensilità, alla fine del mese di luglio sono stati accreditati agli aventi diritto i contributi del mese di aprile 2010. Ciliegina sulla torta: dall’inizio di luglio, intanto, sono ripartiti i mutui, naturalmente anche quelli per le case inagibili.
C’è poi chi vive in appartamenti o in case «vere» con canoni concordati con la Protezione civile [1.051 persone] e 778 cittadini vivono in appartamenti affittati dal fondo immobiliare del Comune; 2.674 vivono nelle casette di legno realizzate dalla Protezione civile nelle frazioni del capoluogo e sono 511 le persone che vivono c’è ancora in caserma. E non è finita qui: restano, infatti, i quasi 3 mila [2.899] cittadini che vivono, a quasi 17 mesi dal sisma, in hotel e strutture ricettive al costo medio di 50 euro al giorno pro capite. Di queste, mille persone sono ancora ospitate in strutture della costa, divise fra le provincie di Chieti, Pescara e Teramo. Qualcuno addirittura fuori regione, gli altri nella provincia dell’Aquila.
Per quanto riguarda gli assistiti negli altri comuni del cratere, il totale è di 8.184 sfollati divisi in maniera equivalente fra beneficiari di contributo di autonoma sistemazione e accolti in casette di legno. Poche centinaia in case in affitto e altre strutture comunali.
Una nota positiva c’è: contemporaneamente alla diffusione di questi dati, il sindaco de L’Aquila e vice commissario alla ricostruzione, Massimo Cialente, ha annunciato che nel solo capoluogo saranno a breve dichiarati agibili, a conclusione degli interventi di risanamento e rinforzo, 400 alloggi per altrettante famiglie che torneranno, così, a vivere in una vera casa.
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