Costruttori veneti, l'allarme dell'Ance
«La crisi spalanca le porte alla mafia»
Pelliciari: «Decine di segnalazioni alle autorità competenti». Mercoledì 300 costruttori a Roma per chiedere la deroga al patto di stabilità
D’altro canto la fotografia del settore edile in Veneto è drammatica: in due anni sono fallite quasi 2500 attività del settore delle costruzioni, per un totale di 50 mila disoccupati. «E’ come se in Veneto si fossero abbattute 35 Termini Imerese», sbotta Pelliciari, che ha chiamato a raccolta le imprese venete e i sindacati per dare il via «alla marcia su Roma». Martedì 1 dicembre infatti 300 imprese edili, 200 artigiani e 60 cooperative andranno a manifestare insieme agli operai e ai sindacati proprio sotto Montecitorio, per esigere una deroga immediata al patto di stabilità che il prossimo anno, secondo l’Anci, porterà al blocco di circa 300 milioni di euro di investimenti da parte dei Comuni. «Abbiamo raggiunto il limite — denuncia Franco Mognato di Legacoop — le aziende e le cooperative stanno di fatto sostenendo il disavanzo degli enti pubblici e adesso non ce la fanno più. I soldi del Fas e del Cipe sono rimasti sulla carta».
Il timore è che le grandi opere infrastrutturali come la Tav siano rimandate in un futuro troppo lontano e il problema è che in Veneto ormai ci vogliono mediamente due anni per ottenere un pagamento da parte della pubblica amministrazione. A questo si aggiunge il fatto che da oltre un anno giace in Regione oltre un miliardo di euro, inutilizzato. «E invece Palazzo Balbi dovrebbe almeno anticipare i soldi per i Comuni che hanno sforato il patto di stabilità e non possono più pagare », insiste Pelliciari, proponendo di regionalizzare il patto e trasferire la capacità di spesa dalla Regione ai Comuni. «Anche il piano casa è stato purtroppo solo uno spot del governo», aggiunge il presidente di Confartigianato edilizia Paolo Fagherazzi, spiegando che «le domande ci sono state ma le aziende venete non hanno visto ancora un solo euro». A sentire i costruttori infatti, mentre la Germania e altri Paesi europei hanno immediatamente adottato misure congiunturali adeguate, il governo e la Regione hanno abbandonato gli artigiani a se stessi, lasciando scomparire nel nulla 2 mila partite Iva e 3 mila posti di lavoro.
Alessio Antonini
27 novembre 2010
Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/economia/2010/27-novembre-2010/costruttori-veneti-allarme-ance-la-crisi-spalanca-porte-mafia-1804257833909.shtml
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