L'Aquila. Una legge di iniziativa popolare per la ricostruzione della città
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[10 Novembre 2010]
E' stata presentata oggi, nello stesso giorno in cui Bertolaso va in pensione, in Piazza Duomo, a cura del Presidio permanente: è la legge di iniziativa popolare per la ricostruzione della città e la prevenzione dei disastri ambientali e sismici. Un articolo da Redattore sociale.it e il testo integrale della legge.
A fronte della mancanza di soluzioni legislative, i cittadini hanno infatti provveduto da soli, a 19 mesi dal sisma, ad elaborare una Legge di iniziativa popolare sulla quale si è cercata la massima partecipazione, condividendola su piattaforma Wiki, implementata e migliorata con contributo e le osservazioni di molti. Come guida sono state prese le normative che hanno regolato la ricostruzione di altri centri italiani colpiti dal terremoto.
«È una legge – avvisano i cittadini promotori della Legge, riuniti nel Presidio permanente di Piazza Duomo – che serve all’Aquila, così come all’Italia, perché parla di ricostruzione, ma anche di prevenzione per tutti i disastri ambientali e sismici».
Sono due infatti le idee fondamenta della legge. «Il primo punto – spiegano – è che l’unica opera urgente nel nostro Paese è la messa in sicurezza del territorio perché non accadano tragedie come la nostra, o come quella di Giampillieri, come quella, attuale, del Veneto. Dove trovare i fondi? Poiché la tassazione delle rendite finanziarie [intorno al 12 per cento] in Italia è sotto la media europea, la nostra Legge propone un aumento di un punto, un punto e mezzo [restando comunque sotto le altre medie]: con queste entrate sarebbero trovati i fondi per la vera messa in sicurezza del nostro Paese».
Secondo punto della Legge è, naturalmente, la ricostruzione dell’Aquila: «Abbiamo bisogno – spiegano ancora i cittadini – di certezze sui tempi della ricostruzione e sui fondi disponibili. Noi abbiamo una responsabilità: ricostruire questa città, è una responsabilità non solo degli aquilani, ma di tutta la nazione».
«Tutti gli altri territori colpiti da terremoti – hanno scritto ancora i cittadini del Presidio permanente di Piazza Duomo – hanno avuto leggi per la ricostruzione. A L’Aquila e nel cratere si continua ad operare con procedure di emergenza che escludono i cittadini e derogano alle leggi, favorendo di fatto speculazioni e gruppi di potere clientelare. La gestione emergenziale sta determinando una confusione procedurale ormai ingestibile, a detta degli stessi amministratori, degli Ordini professionali e di tutti i cittadini».
Per presentare la Legge sono necessarie 50 mila firme. La raccolta verrà lanciata il 20 novembre, in occasione della manifestazione nazionale promossa a L’Aquila «Sos – L’Aquila chiama Italia».
Ecco il testo della Legge:
PREMESSA
I cittadini dei Comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, a 19 mesi dal sisma che ha causato 309 vittime e che ha stravolto le proprie vite, dopo aver sperimentato il sistema di Commissariamenti e di Ordinanze derogatorie imposto dal Governo per fronteggiare l’emergenza e la ricostruzione materiale e socio economica, dopo aver inutilmente atteso che venissero considerate numerose legittime richieste, dopo aver verificato che la ricostruzione del territorio è ancora ferma e che non c’è nessuna certezza della effettiva volontà e possibilità della ricostruzione, hanno individuato nello strumento della proposta di legge di iniziativa popolare l’unica possibilità di vedere ricostruito il territorio colpito, e l’unica possibilità di essere partecipi della ricostruzione.
In questa legge si sono voluti calare i principi fondamentali elaborati dalla riflessione sulle esperienze vissute dalle popolazioni del Cratere, che prevedano la soluzione alle esigenze del territorio, oggi intento a fronteggiare l’emergenza del dopo terremoto.
In particolare i cittadini dei Comuni del “cratere” del terremoto del 6 aprile 2009 hanno potuto constatare non solo l’inutilità ma la pericolosità della gestione commissariale e derogatoria che puntualmente si cala dopo ogni sciagura ambientale, sismica o idrogeologica in Italia.
Nel rivendicare, in ottemperanza alla Carta Costituzionale, il ritorno dei poteri ordinari agli Enti territoriali (eletti dai cittadini e competenti territorialmente), i Cittadini promotori vogliono scongiurare la inutile dispendiosità delle figure commissariali e la illegittimità della gestione in deroga di assunzioni, contratti e appalti, piani territoriali e viabilità, che portano (come abbiamo potuto sperimentare) allo stravolgimento del territorio, a decisioni che non sono condivise né condivisibili, a pericolose vicinanze con centrali di malaffare, alla totale esautorazione dalle decisioni di cittadini e amministratori locali, di aziende e associazioni che operano sul territorio.
I cittadini vogliono inoltre che nella normativa nazionale vengano recepiti i principi ispiratori della presente legge e i criteri in essa contenuti, in considerazione della ciclicità e frequenza con cui in Italia si ripetono eventi disastrosi e sismici, sia per la definizione degli ambiti di applicazione, sia per il regolamento della gestione del post emergenza di analoghi eventi.
In particolare i cittadini del territorio colpito dal terremoto del 6 aprile ritengono ineliminabili i seguenti principi:
- in seguito ad un evento disastroso di grave portata la popolazione deve essere immediatamente coinvolta e resa partecipe di tutte le scelte e decisioni necessarie al superamento dell’emergenza e al ripristino dello status ante;
- l’attività della Protezione Civile e di tutte le istituzioni collegate deve limitarsi al soccorso, all’esecuzione di quanto immediatamente necessario e all’aiuto alla popolazione, in funzione coordinata e non preminente rispetto agli enti territoriali competenti;
- prima di definire stanziamenti e scelte strategiche, si deve procedere nel tempo più breve possibile alla determinazione e quantificazione del danno, immediatamente stabilendo nel coordinamento con gli enti territoriali le priorità di spesa e di intervento, mai derogando alla normativa vigente, e senza esoneri da controllo degli organi competenti dello Stato;
- effettuata la quantificazione e la programmazione, il governo deve reperire quanto necessario alla ricostruzione socio economica dei luoghi colpiti, utilizzando le modalità suggerite dalla presente legge, che oltre ai fondi per il terremoto del 6 aprile 2009, stabilisce la creazione di un fondo permanente per le emergenze, da accantonare tutti gli anni, con risorse certe, per fronteggiare nuovi eventi disastrosi;
- lo Stato deve garantire il massimo controllo sui territori per prevenire ogni e possibile azione illegale e/o eticamente riprovevole a danno dei cittadini colpiti dall’evento
disastrosa, anche a tutela di quanti generosamente inviano denari a titolo di donazione;
- ogni e qualsiasi entrata e spesa relativa all’emergenza deve essere effettuata con la massima trasparenza e con la tempestiva e trasparente informazione dei cittadini, sotto il controllo degli organi competenti;
- l’azione politica sul territorio, in collegamento costante con l’azione amministrativa, deve essere informata al principio della “prevenzione” (alla quale devono essere dedicati energie e fondi almeno pari a quelli che sostengono la Protezione civile), che progressivamente si sostituisca nella cultura della politica e della amministrazione al principio dell"emergenza";
- nei territori colpiti da disastri gravi è indispensabile attivare azioni speciali di sostegno al reddito e di sostegno all’economia, che consentano ai cittadini di recuperare attraverso l’esenzione di tasse e contributi i fondi necessari ad innescare il volano della ripresa economica, utilizzando le proprie risorse;
- negli eventi disastrosi anche maggiori va sempre tenuto presente il diritto dei cittadini colpiti a mantenere, preservare e recuperare il proprio territorio, il proprio ambiente e la propria identità storico – artistica e culturale.
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
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