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venerdì 24 dicembre 2010

Gerusalemme , Nel 2010 le forze d'occupazione israeliane hanno proseguito rapidamente le demolizioni di abitazioni e proprietà palestinesi ad al-Quds


Gerusalemme , Nel 2010 le forze d'occupazione israeliane hanno proseguito rapidamente le demolizioni di abitazioni e proprietà palestinesi ad al-Quds



. (Gerusalemme) - InfoPal. Fonti ufficiali Onu hanno affermato: "Nel 2010, le forze d'occupazione israeliane hanno proseguito rapidamente le demolizioni di abitazioni e proprietà palestinesi ad al-Quds (Gerusalemme). Questo processo ha subito un escalation del 45% rispetto al 2009".
Maxwell Gillard, Coordinatore umanitario nei Territori palestinesi occupati per le Nazioni Unite, ha espresso preoccupazione e ha specificato: "Quest'anno le abitazioni palestinesi distrutte da Israele tra Gerusalemme e Cisgiordania sono state 396. Nel 2009 ne erano state demolite 275. Oltre 3 mila palestinesi sono rimasti senza casa e attualmente sono sfollati".
"L'Impatto socio-economico ha un peso non indifferente, in maniera diretta sulle loro vite, ma pure sulla performance dell'assistenza umanitaria".
"Israele deve fermare questa politica" ha concluso Gillard.
Da parte sua, Peace Now, movimento pacifista israeliano, questa mattina ha ripetuto dati e previsioni esposti dal responsabile Onu.
"La costruzione delle colonie israeliane è avvenuta in modo rapido come non mai. Dalla scadenza della moratoria sul congelamento, tre mesi fa, decine di progetti per centinaia di unità abitative sono stati approvati da Israele per un totale di 1.700 unità abitative".
"Approvazione e implementazione si sono volti con una rapidità e in maniera estesa in un periodo particolarmente vulnerabile, quale quello di negoziati diretti tra Israele e palestinesi, mentre l'opinione pubblica era distratta da colloqui decisamente deboli".
I lavori di costruzione non vanno intesi unicamente con l'edificazione materiale delle unità abitative (Peace Now rivela l'ultimo piano per la costruzione di 75 abitazioni per coloni) ma pure con i lavori sussidiari per la fornitura di servizi; fognature, sistemi elettrici e strade ad uso esclusivo dei coloni di Israele.
Già fonti d'informazione israeliane, come il quotidiano Yediot Ahronot, avevano individuato nei principali blocchi coloniali quali "Ma'ale Adumim", "Beitar Illit" e "Modi'in Elite" i punti di maggior espansione e quelli interessati da un eventuali scambi di popolazioni da finalizzare con l'Autorità nazionale palestinese (Anp).
Alle dichiarazioni rilasciate oggi da Peace Now, hanno fatto seguito quelle di un leader dei coloni il quale, con orgoglio e disivoltura, ha confermato le cifre.


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