L'offensiva Usa oscura Wikileaks,
Ma spunta un'altra casa virtuale
Denuncia su Twitter: l'America
ha cancellato il nostro dominio.
Ma spunta un'altra casa virtuale
Il fondatore parla col Guardian
LONDRA
Le minacce alla vita del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, «sono di pubblico dominio»: «Stiamo adottando le precauzioni appropriate, nella misura in cui ciò sia possibile avendo a che fare con una superpotenza», spiega lo stesso Assange, rispondendo on-line alle domande dei lettori del quotidiano britannico The Guardian. Nel frattempo la magistratura svedese ha emesso un mandato d'arresto internazionale contro Assange - ricercato dalla giustizia svedese con le accuse di stupro e violenza sessuale - completandolo con gli elementi richiesti dalla polizia britannica.
Intanto oggi è scattata la più violenta offensiva informatica contro Wikileaks. Il sito è rimasto oscurato per sei ore prima di ricomparire con un nuovo dominio svizzero, wikileaks.ch, e, nelle ore successive, anche con domini .de, .fi, .nl. È stato lo stesso sito a denunciare su Twitter che «il dominio Wikileaks.org è stato eliminato da everydns.net dopo asseriti attacchi di massa». Nel messaggio anche un link a un sito di donazioni con la dicitura «Manteneteci forti». E l'annuncio: il sito è raggiungibile anche a un indirizzo alternativo. Un comunicato sul sito di everydns.net, uno dei più grandi siti che forniscono gratuitamente domini Internet, ha spiegato di aver interrotto la fornitura del dominio a Wikileaks.org alle 4 del mattino ora italiana. Motivo: la violazione della clausola che afferma che «il membro non deve interferire con l'utilizzo o la fruizione del servizio da parte di un altro membro o con l'utilizzo e la fruizione di servizi simili da parte di un altro soggetto». È il caso degli attacchi informatici multipli Ddos contro Wikileaks che mettevano a rischio l'accesso agli altri 500mila siti gestiti da everydns.net. L'avvocato di Assange, Mark Stephens, ha affermato che c'è uno Stato dietro gli attacchi informatici. In precedenza, Wikileaks era stato sfrattato dai sistemi di Amazon.Com e da Tableau Software, la compagnia che aveva realizzato e pubblicato i grafici dei cablogrammi diplomatici Usa. Intanto, secondo indiscrezioni di stampa, il sito di Julian Assange avrebbe trovato ospitalità in un server che opera da un bunker sotto una montagna della Svezia.
Tuttavia, sottolinea lo stesso Assange, anche se il sito dovesse essere in qualche modo bloccato, non c'è modo di fermare il «CableGate»: «L'archivio del Cablegate è stato disseminato in forma criptata ad oltre 100mila persone: se dovesse succederci qualcosa, le parti fondamentali verranno diffuse in maniera automatica. Inoltre, gli archivi sono anche nelle mani di numerose testate giornalistiche. Siamo ancora indietro rispetto alla tabella di marcia», prosegue Assange, il quale si era sempre aspettato che WikiLeaks potesse avere un ruolo globale ma che gli potesse essere riconosciuto già nel 2007, quando «cambiò i risultati delle elezioni politiche in Kenya».
Quanto alla scelta di non far rimanere WikLeaks un'organizzazione «senza volto» - con il rischio che danneggiando la credibilità personale del suo principale rappresentante ne risulti compromessa anche quella del gruppo - Assange spiega la logica: «Qualcuno deve assumersi la responsabilità di fronte all'opinione pubblica e solo una dirigenza che sia disposta a dar prova di coraggio in pubblico può garantire che le fonti si prendono dei rischi per il bene comune».
Originariamente, continua Assange, l'intenzione era proprio quella di un gruppo anonimo «per non permettere agli ego di avere una parte nelle nostre attività», ma questo portò a «una incessante curiosità sull'identità dei componenti del sito e a situazioni in cui alcuni individui si spacciavano per dei nostri rappresentanti», di qui la decisione di apparire in prima persona. «Sono diventato il parafulmine, ricevo attacchi ingiustificati su ogni aspetto della mia vita, ma anche meriti ingiustificati il che bilancia un po' le cose», conclude Assange.
Infine, i documenti di Wikileaks svelano molti misteri ma al momento mancano all'appello gli Ufo: un'assenza solo temporanea, assicura Julian: «Un mucchio di svitati ci inviano e-mail sugli Ufo o su come abbiano scoperto di essere l'Anticristo, ma per ora non hanno rispettato le nostre due regole fondamentali: che i documenti siano di fonte terza e che siano originali»; però, prosegue, «va notato che in alcuni documenti ancora inediti vi sono in effetti dei riferimenti agli Ufo». Assange conclude le sue riposte on-line con una professione di ottimismo e una appello ai lettori: «La Storia vincerà e il mondo diventerà un posto migliore: se sopravviveremo, dipenderà da voi».
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