Rai: per i morosi arriva la Finanza
Addio ai furbetti della tv.
Con una mossa a sorpresa, la Rai ha incaricato la Guardia di Finanza di rintracciare e accertare i nomi degli evasori del canone della tv di Stato. E di farli pagare. Una mossa che spariglia le carte di chi, fino a oggi, era riuscito a risparmiare ogni anno i quasi cento euro dell’imposta. Da settembre non ci sarà più pietà per nessuno. La Guardia di Finanza andrà a bussare alla porta di quelle famiglie e di quegli esercizi commerciali che la Rai ha identificato come evasori.
Dopo la verifica i militari redigeranno un verbale che verrà inoltrato agli uffici amministrativi della tv di Stato. Se le risorse in termini di uomini e di denari non saranno sufficienti per il porta a porta, la strada del controllo potrebbe essere differente. I capifamiglia - sospetti evasori - verranno convocati negli uffici dei comandi provinciali delle Fiamme gialle oppure nelle tenenze dislocate sul territorio della provincia. Lì, seduti di fronte ai militari dovranno rispondere a tutte le loro domande. Firmeranno un verbale e se ne potranno andare. Se hanno dichiarato la verità - cioè che hanno la tv, ma il canone non lo hanno mai versato - si dovranno mettere in regola. Pagando ovviamente l’imposta per l’ultimo anno, gli interessi di mora, e le sanzioni.
Chi pensa di risparmiare, mentendo anche davanti agli ufficiali di pg, rischia grosso. Scatterà, infatti, una denuncia penale. E allora i guai saranno più gravi. Gli elenchi con i primi nomi degli evasori - qualche decina di migliaia in tutto il Paese - sono stati consegnati qualche settimana fa al Comando generale della Guardia di Finanza che ha già provveduto a smistarli ai reparti operativi sul territorio nazionale. Appena dopo la pausa estiva arriva la stangata. Per capirci: chi, nell’ultimo anno, non ha pagato il canone si vedrà sfilare dal portafoglio - come minimo - quasi 400 euro. Che sono la somma di due sanzioni: una che va da 103 a 516 euro per non aver versato l’imposta. Una seconda di 103 per non aver pagato la tassa di concessione governativa (che corrisponde al 4 per cento dell’importo complessivo del canone Rai), più i 99,60 euro della tassa e gli interessi di mora per non aver versato il dovuto alla Rai nei tempi previsti. Risultato: un salasso destinato a rovinare il rientro dal mare di parecchie migliaia di famiglie. E di altrettanti baristi, ristoratori e osti che, per offrire un servizio alla clientela, hanno sistemato la televisione nel locale. Ma si sono sempre ben guardati dal saldare i conti con «mamma Rai».
Chi non ha mai pagato il canone può ancora avere una speranza di salvarsi dalla stangata imminente. Vale a dire, pregare che il suo nome non sia in questo elenco di evasori, la cui consistenza è ben lontana dal numero degli abbonati morosi stimati dai funzionari di viale Mazzini. Una speranza più che giustificata: l’elenco dei «cattivi» è stato stilato in base ai controlli dei verificatori della tv di Stato che, tra il 2002 e il 2005, sono andati in giro per l’Italia a far firmare ai cittadini documenti in cui dichiarano di non avere in casa almeno un televisore. Senza, però, affrontare il tema del canone tv, la tassa più contestata del Paese, e che la Corte di Cassazione, quattro anni fa, ha classificato come «Imposta di scopo». Tradotto in soldoni vuol dire che è un’imposta da pagare per un bene superiore: il funzionamento del servizio televisivo pubblico. E non conta se si fruisce o no del servizio: chiunque ha un televisore può, potenzialmente, godersi l’informazione oppure i programmi di intrattenimento che le tre reti Rai sfornano ogni sacrosanto giorno. Altri elenchi, però, sono in arrivo. E la strada delle verifiche è aperta.
ESEMPIO
Gli abitanti di San Cipriano d’Aversa, provincia di Caserta, 12.767 residenti e solo 285 (7,23%) che pagano l’abbonamento alla tv pubblica, sono avvisati.
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