I Paesi arabi chiedono alle Nazioni Unite di intervenire e liberare la regione da arsenali nucleari. Nel mirino Tel Aviv, l'unico a possederle. Ma l'Onu vota no.
- Sugli arsenali nucleari, la Lega Araba alza la voce contro la politica occidentale dei "due pesi, due misure", finora applicata in Medio Oriente. E se in questi ultimi due anni, la Lega - controllata da Paesi tradizionalmente alleati statunitensi, Arabia Saudita e Qatar - ha usato il pugno di ferro contro il regime siriano di Assad, oggi ha chiesto un intervento delle Nazioni Unite contro Israele.
L'IAEA, l'Agenzia Atomica dell'Onu, ha votato pochi minuti fa: 51 voti contro la risoluzione araba e 43 a favore. I Paesi arabi avevano presentato la mozione per chiedere che le Nazioni Unite intervenissero contro l'arsenale nucleare israeliano, ma non hanno per ora ottenuto nulla a causa della contrarietà dell'Occidente.
Lo scorso anno si sarebbe dovuta tenere una conferenza internazionale per la non proliferazione nucleare in Medio Oriente, costantemente rinviata. Gli Stati Uniti in questi giorni sono tornati a parlare della necessità di liberare la regione dagli arsenali atomici. Ma Israele non ci sta. Tel Aviv non ha mai aderito al Trattato per la Non-Proliferazione Nucleare e non ha mai permesso a osservatori internazionali di entrare nel Paese, nonostante si ritenga da tempo che sia l'unico Paese dell'area in possesso di armi chimiche, immagazzinate nel centro di Dimona.
Da cui la decisione della Lega Araba di intervenire, in vista dell'incontro e del voto dell'Agenzia Atomica Internazionale (IAEA) previsto a Vienna: Israele deve aderire al piano anti-nucleare, chiedono i Paesi arabi che voteranno una risoluzione in merito. Secondo Washington un simile passo "minerebbe gli sforzi di un dialogo costruttivo intorno ad un obiettivo comune", ha detto Joseph Macmanus, inviato USA all'IAEA.
da http://nena-news.globalist.it/
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