Il pm del G8 di Genova:
"Ai vertici della polizia chi coprì i torturatori della Diaz"
A un dibattito all'Ordine degli avvocati di Genova:
"Con che forza possiamo chiedere all'Egitto
di consegnare i torturatori di Regeni"
"Ho fiducia nella legge, negli avvocati bravi e nella stampa buona e abbiamo tanta solidarietà dai social. Ci aspettavamo di più da chi ci governa: dal 14 agosto quando il premier Gentiloni ci ha annunciato che l'ambasciatore tornava in Egitto, siamo stati abbandonati". Lo ha detto Paola Regeni, madre di Giulio, il ricercatore italiano trovato morto il 3 febbraio 2016 in Egitto dopo giorni di torture, oggi in un dibattito sulla difesa dei diritti internazionali presso l'Ordine degli avvocati a Genova. Nel corso della giornata è stato presentato il docufilm di Repubblica "Nove giorni al Cairo" di Carlo Bonini e Giuliano Foschini.
Il sostituto procuratore della Corte di Appello, Enrico Zucca, tra i giudici del processo Diaz, ha detto che "l'11 settembre 2001 e il G8 hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali.
Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche. I nostri torturatori, o meglio chi ha coperto i torturatori, come dicono le sentenze della Corte di Strasburgo, sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all'Egitto di consegnarci i loro torturatori?".
Il riferimento polemico di Zucca riguarda, tra gli altri, anche il ruolo assegnato a Gilberto Caldarozzi, uno dei principali condannati del processo Diaz e oggi vice direttore della Dia.
"Siamo decisi ad andare avanti anche a piccoli passi", ha aggiunto il padre Claudio nell'incontro 'La tutela degli italiani all'estero. Una storia tragicamente emblematica: Giulio Regenì. "Combattiamo per Giulio ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili
a quelle che lui ha vissuto", ha sottolineato.
Caso Regeni, la mamma Paola: "Ci sentiamo abbandonati dal nostro Paese"
L'avvocato difensore della famiglia Alessandra Ballerini ha ricostruito i depistaggi e la vicenda: "il corpo di Giulio parla da solo e si difende da solo.
Siamo arrivati a nove nomi delle forze di polizia implicati".
Al dibattito sono intervenuti anche il giudice Domenico Pellegrini che ha ricordato che "ci vuole un organismo internazionale come l'Onu che garantisca la mutua collaborazione e la tutela dei diritti dei singoli" e il presidente dell'Ordine degli avvocati di Genova, Alessandro Vaccaro, che ha anche espresso la sua solidarietà alle decine di avvocati arrestati in Turchia.
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