Afghanistan, Esteri e Difesa ammettono: è guerra. Ma chi dovrebbe difendere la Costituzione (e il lavoro, e la libera informazione, e i servizi pubblici) è troppo occupato a discutere delle proprie poltrone e delle altrui puttane)
Meglio La Russa, e meglio Franco Frattini, di chi oggi dovrebbe stare all'opposizione e ieri stava al governo di questo Paese.
Senza ipocrisie, il ministro degli Esteri e quello della Difesa ci dicono che l'Italia è in guerra. Per preparare la pace.
Non c'era bisogno di loro per capire che questo Paese è precipitato nella barbarie.
Le fabbriche chiudono, e l'opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.
Si attacca l'unità dello Stato e l'opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.
Si cancella la libertà di informazione e l'opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.
Si elimina il servizio pubblico radiotelevisivo, rapinando miliardi di euro ai cittadini, e l'opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.
Si dice con malcelato disprezzo che la Costituzione italiana è carta straccia e l'opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.
Siamo in guerra, ve ne rendete conto? Sveglia!
1) Secondo la giurisdizione internazionale, il governo legittimo dell'Afghanistan è ancora quello talebano. Dice il generale Fabio Mini, cioé una persona molto lontana dal poter essere definita pacifista. "I talebani non sono semplici terroristi. O meglio non sono soltanto questo: sono anche i rappresentanti del governo legittimo dell'Afghanistan precedente alla guerra. In linea teorica, la loro legittimità sull'Afghanistan si esaurisce con la debellatio, cioè con la loro sconfitta, con la fine della guerra e con l'instaurazione di un nuovo governo legittimo. Ma se gli americani continuano la guerra contro di loro significa che la debellatio non è stata completata, che il governo è un fantoccio degli occupanti e che in sostanza i talebani continuano a combattere giuridicamente in nome di uno Stato che non ha firmato alcuna resa e che non ha cessato di rivendicare la propria sovranità contro l'occupante di turno".
2) "Oggi la Costituzione con l’articolo 11 rifiuta la guerra. Dovremmo interpretare quel rifiuto alla guerra includendo anche le azioni propedeutiche al creare la pace", dice il ministro Frattini, perché "qui non si tratta di esercitazioni, bensì di azioni nelle quali davanti a noi ci sono terroristi, talebani, insorti ai quali la pace la dobbiamo imporre perché non c’è ancora. La imponiamo con la legittimazione della Nato, dell’Onu, ma parlare di una situazione di pace è come nascondersi dietro a un dito".
Frattini dice una cosa giusta e una cosa sbagliata: la Nato approva e legittima la guerra in atto. L'Onu invece no: le Nazioni Unite hanno dato il via libera, un po' obtorto collo per la verità, ad una missione internazionale di peacekeeping. Oggi invece quella missione non esiste più. Si chiamava "International Security Assistance Force", e secondo il sito dell'esercito italiano ha il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità afghana che si è insediata a Kabul il 22 dicembre 2001 a seguito della Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001. (Authorizes, as envisaged in Annex 1 to the Bonn Agreement, the establishment for 6 months of an International Security Assistance Force to assist the Afghan Interim Authority in the maintenance of security in Kabul and its surrounding areas, so that the Afghan Interim Authority as well as the personnel of the United Nations can operate in a secure environment).
La missione Isaf è poi passata sotto lo stesso comando che dirige Enduring Freedom, tecnicamente la guerra di invasione dell'Afghanistan, e di fatto, essendo stata completamente snaturata, non esiste più. Il tutto, ovviamente, senza che in Italia fosse fatto un passaggio di discussione parlamentare, che pur sarebbe stato obbligatorio.
Quindi, secondo il ragionamento dei nostri ministri e della nostra opposizione che forse distratta dalla discussione sulle proprie poltrone e sulle altrui puttane ha subito approvato l'idea di Frattini e La Russa, è lecito combattere in armi un governo e un Paese purché come fine ultimo ci sia qualche cosa di alto e importante, come la pace. Un ragionamento assurdo, paradossale. Perché seguendolo se ne dedurrebbe che chiunque prenda le armi per un fine che lui e i suoi alleati ritengano importante e alto sarebbe legittimato. Lo sarebbe stato Saddam quando ha invaso il Kuwait, lo sarebbe stato Hitler quando ha invaso la Polonia, lo sarebbero stati - se è vero come dicono in molti che dietro le loro armi ci fossero i servizi segreti dell'Est - le Brigate Rosse.
E noi siam qui, costretti a leggere e ascoltare e vedere in tv non un ragionamento serio sulla paradossale situazione in cui siamo caduti, ma - quando va bene - una discussione sulle proprie poltrone e sulle altrui puttane.
Forse, quando ci faranno assistere ai combattimenti dei gladiatori e ai leoni che mangiano i diversamente credenti, qualcuno di potente si accorgerà che duemila anni di crescita civile sono stati spazzati via. Sempre che non sia distratto dalle proprie poltrone e dalle altrui puttane.
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