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sabato 14 luglio 2012

Italia : se spacco le teste prendo tre anni, se spacco una vetrina ne prendo quindici


Diaz. 29 "agenti violenti" in servizio


G8 2001 Diaz e non solo. Negli altri processi mai rimossi i condannati in via definitiva. Pare che nella polizia italiana essere "pregiudicati" per violenza sia un titolo di merito...
Le dichiarazioni del ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri, le scuse undici anni dopo i fatti del capo della polizia Antonio Manganelli, il pensionamento del capo del dipartimento analisi dell'Aisi Giovanni Luperi e la sostituzione di Francesco Gratteri alla direzione centrale anti-crimine e del capo dello Sco Gilberto Caldarozzi, l'imminente rimozione degli altri dirigenti firmatari dei verbali falsi dopo l'operazione alla scuola, fra cui il capo della squadra mobile de l'Aquila Fabio Ciccimarra (almeno stando alle dichiarazioni che ha rilasciato al Tirreno), potrebbero far pensare a un'immediata applicazione delle pene previste dopo la condanna in Cassazione dei poliziotti presenti alla Diaz nel 2001. Guardando però al passato c'è da dubitare che le sospensioni dagli incarichi pubblici vengano effettivamente applicate a tutti i condannati e che siano irrevocabili. Che cosa succederà di preciso non lo sanno gli avvocati delle parti offese e neppure quelli dei poliziotti. Ad esempio Silvio Romanelli, legale di Canterini e degli uomini del VII nucleo, spiega di non aver idea delle sospensioni o di quanto contribuiranno ai risarcimenti i suoi assistiti, «perché sono questioni disciplinari che riguardano il Viminale».
 

All'indomani del G8 si ripetè da più parti che solo a condanne definitive si poteva pensare a un ritiro definitivo di determinati poliziotti. Ma questo della Diaz non è l'unico processo terminato con la Cassazione. Per gli arresti dei manifestanti in piazza Manin che, come venne provato a processo, erano stati fatti accusando falsamente di resistenza dei manifestanti spagnoli, furono condannati a quattro anni di carcere quattro poliziotti il 19 dicembre 2011. Sono stati sospesi dal servizio per sei mesi e sono ancora affidati ai servizi sociali, ma non risulta si siano dimessi. Un altro processo, quello per il calcio al ragazzo minorenne di Ostia, avvenuto non lontano dalla questura ad opera di un gruppo di funzionari della polizia genovese, fra cui l'allora vicecapo della Digos Alessandro Perugini, finì con altre cinque condanne definitive, con pene tra un anno e mezzo e otto mesi (sospese) per falso, calunnia e arresto illegale. Gli imputati non fecero ricorso in Cassazione, forse perché il Viminale voleva evitare una pericolosa condanna in ultimo grado per falso, con la Diaz ancora in ballo. Perciò divenne definitiva la condanna in appello. In quel caso non c'era la pena accessoria della sospensione dagli incarichi, i poliziotti pagarono una piccola pena pecuniaria e sono rimasti ai loro posti visto che Perugini continua ad essere vicequestore ad Alessandria.
Il processo per le violenze avvenute a Bolzaneto deve ancora andare in Cassazione e così inizierà in autunno il processo di primo grado per le dichiarazioni false dell'allora questore di Genova Francesco Colucci, che durante il processo Diaz disse di aver nominato responsabile dell'operazione Murgolo, oltre a dichiarare di avere mandato lui stesso il portavoce del Viminale Sgalla alla scuola Diaz, correggendo la dichiarazione resa prima che Sgalla era stato mandato dal capo della polizia De Gennaro. Questione non di lana caprina, visto che nelle intercettazioni con più interlocutori Colucci dice di aver cambiato la versione come diceva «il capo». Ma, come sappiamo, in Cassazione De Gennaro e l'allora capo della Digos genovese Spartaco Mortola sono usciti innocenti.


 Poi ci sono altri piccoli strascichi: un dirigente della mobile di Bologna, Luca Cinti, è accusato di falsa testimonianza al processo per i fatti di Manin e perciò è stato rinviato a giudizio. A ottobre si aprirà il processo. Poi ci sono Ledoti e Stranieri, i due dei reparti mobile alla Diaz accusati di falsa testimonianza per le accuse mosse a un manifestante arrestato venerdì 20 luglio 2001: anche in questo caso il primo grado si apre con l'autunno. Infine deve andare in Cassazione un processo contro l'allora capo del VII nucleo Vincenzo Canterini, condannato per falso in Cassazione al processo Diaz per una violenza privata: il gas cs spruzzato in faccio a un paio di manifestanti in corso Torino. «In undici anni abbiamo assistito a sedici condannati per falso e calunnia per i fatti della Diaz (le calunnie erano già prescritte in appello) - dice uno dei legali delle parti offese al processo Diaz, Emanuele Tambuscio - per falso e calunnia ci sono altri quattro poliziotti condannati in via definitiva a Manin, più altri cinque compreso Perugini in via Barabino, altri quattro poliziotti denunciati per falsa testimonianza al processo dei 25. Mi pare un numero preoccupante».
Tra i processi ancora pendenti c'è anche quello contro i dieci manifestanti accusati di devastazione e saccheggio: la sentenza di Cassazione è attesa per venerdì prossimo. «Premesso che con la sentenza Diaz la magistratura ha dimostrato tra tanti problemi di essere l' unico pezzo di stato che funziona, c'è un'evidente sproporzione fra le pene - commenta ancora Tambuscio - Alla Diaz nessuno paga col carcere e dall'altra prendono dai dieci ai quindici anni per danneggiamenti. Quindi in Italia c'è da concludere che se spacco le teste prendo tre anni, se spacco una vetrina ne prendo quindici».



di Alessandra Fava 
da "il manifesto"

Genova G8 2001. Sentenza che condanna i dieci in vari modi.

"Chi saccheggia è lo Stato. Chi devasta è il Capitale. Tutti/e liberi/e!"

Hanno ridotto lievemente le condanne ma si tratta comunque di una vendetta per pareggiare i conti con quelli che ancora vengono chiamati "noglobal".

Appuntamento ore 20 a Roma – Piazza Trilussa (Trastevere) per prendere parola sull’esito della sentenza (http://www.10×100.it/)


GENOVA 2001 - La Cassazione riduce le pene
ma Puglisi dovrà scontare 14 anni

La Cassazione ha reso pìù miti 8 condanne ad altrettanti manifestanti per le devastazioni avvenute il 20 e 21 luglio 2001 durante il G8. Sono in tutto 5 condanne definitive e 5 da rifare. A Luca Finotti (10 anni e 9 mesi in appello), Vincenzo Vecchi (13 anni); Marina Cugnaschi (12 anni e 3 mesi) e Francesco Puglisi è stata ridotta solo di 9 mesi. Confermate invece le condanne nei confronti di Ines Morasca (6 anni e 6 mesi) e Alberto Funaro (10 anni). L'avvocato: "Ingiustizia è fatta" La Cassazione ha reso pìù miti 8 condanne ad altrettanti manifestanti per le devastazioni avvenute il 20 e 21 luglio 2001 durante il G8. Confermate invece due condanne. Nel dettaglio, la prima sezione penale, dopo tre ore di camera di consiglio ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d'Appello di Genova del 9 ottobre 2010 limitatamente alla mancata concessione delle attenuanti generiche nei confronti di Carlo Arculeo (in appello 8 anni), per Carlo Cuccomarino (8 anni) per Antonino Valguarnera (8 anni). La Suprema Corte ha inoltre annullato senza rinvio limitatamente al reato di detenzione di bottiglie incendiarie nei confronti di Luca Finotti (10 anni e 9 mesi in appello), Vincenzo Vecchi (13 anni); Marina Cugnaschi (12 anni e 3 mesi) e Francesco Puglisi (in appello 15 anni). Di conseguenza la Suprema Corte ha ridotto la pena per Puglisi a 14 anni e nei confronti degli altri 3 ha operato una riduzione delle pene pari a 9 mesi. Una decisione che va a determinare le condanne di appello che due anni fa erano state pari ad un secolo per i 10 imputati. La pubblica accusa di piazza Cavour rappresentata da Piero Gaeta aveva chiesto, invece, di confermare completamente la sentenza di secondo grado.
Cinque condanne definitive, di cui due confermate e tre con uno sconto di pena; altre cinque condanne annullate con rinvio, affinche' la corte d'appello di Genova valuti un'attenuante. Questa la decisione della Cassazione sulle devastazioni del G8. In particolare, sono diventate definitive le condanne nei confronti di Ines Morasca (6 anni e 6 mesi) e Alberto Funaro (10 anni); condanna definitiva anche per Vincenzo Vecchi, Marina Cugnaschi e Francesco Puglisi, nei cui confronti la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna per il solo reato di detenzione di molotov, con conseguente sconto di pena variabile tra 9 e 12 mesi di reclusione. Da rifare invece il processo a Carlo Arculeo, Antonino Valguarnera, Dario Ursino, Carlo Cuccomarino e Luca Finotti per valutare la mancata concessione dell'attenuante di aver agito per ''suggestione di una folla in tumulto''. Per quanto riguarda Finotti, la sua pena deve essere scontata anche per l'annullamento definitivo della condanna per detenzione di molotov.
"Ingiustizia è fatta". Questo il commento dell'avvocato Francesco Romeo, uno dei difensori degli imputati No Global per le devastazioni avvenute a Genova durante il G8 del 2001. "C'e' una sproporzione abissale tra queste pene inflitte a persone che hanno danneggiato cose e ed edifici e quelle inflitte a chi ha chiuso il percorso processuale senza dover pagare alcun prezzo alla giustizia per aver seviziato delle persone".


In giornata era stata forte e severa l'arringa dell'accusa: "La partecipazione agli atti criminosi degli imputati non trova la minima giustificazione''. Il pg Pietro Gaeta non ha condiviso la tesi delle difese secondo cui pene così severe fossero irragionevoli. Se la Cassazione dovesse confermare la sentenza della Corte d'Appello i 10 manifestanti rischiano un totale di circa 100 anni di reclusione. Fuori in piazza Cavour a Roma un presidio di attivisti aspetta la sentenza
"Devastando e saccheggiando" la città di Genova, "gli imputati hanno messo in pericolo l'ordine pubblico". Lo ha sostenuto, davanti alla prima sezione penale della Suprema Corte, il pg di Cassazione Pietro Gaeta, chiedendo la conferma della condanna di dieci imputati no-global. Per il pg "vi fu da parte di questi una lesione dell'ordine pubblico". La sentenza d'appello, ha rilevato Gaeta nella sua requisitoria, "ha dato una motivazione esaustiva e dettagliata sui singoli episodi", dal lancio di pietre, di bottiglie molotov, di sfondamento di vetrine e bancomat, di saccheggio di supermercati “e – secondo il pg - la partecipazione agli atti criminosi di questi 10 imputati non trova la minima giustificazione''. Lo ha detto nella sua requisitoria il sostituto procuratore della Cassazione, Pietro Gaeta, sposando la tesi sostenuta dalla corte di appello di Genova, che ha inasprito le pene dei No global sotto processo. Se la Cassazione dovesse confermare la sentenza della Corte d'Appello di Genova del 9 ottobre 2010 come richiesto da Gaeta, i dieci manifestanti rischiano un totale di circa 100 anni di reclusione.
Il pg Gaeta (lo stesso che, nel processo sui fatti alla Diaz, aveva sollecitato - e ottenuto - la conferma delle condanne per gli alti funzionari di polizia accusati delle violenze sui no-global) non ha condiviso la tesi delle difese secondo cui pene cosi' severe fossero "irragionevoli" e "contrastanti con i principi costituzionali". Secondo Gaeta, infatti, la Corte d'appello di Genova ha "assolto all'onere motivazionale" anche sul punto del trattamento sanzionatorio "applicando il canone non in maniera pedissequa e indifferenziata, ma giustificando queste condanne con la gravita' di fatti reiterati ed estesi, graduando le pene anche sulla base del giudizio della personalità" degli imputati.
L'attesa dei no global
Decine di attivisti no global non solo della capitale attendono il verdetto della Cassazione sulle devastazioni avvenute durante il G8 che vedono imputati con condanne pesantissime dieci no global. A sostegno della causa dei condannati, infatti, è partita una campagna intitolata “Genova 2001 non è finita, 10X100 anni di carcere”, con la quale una rete di attivisti no global chiede l'annullamento delle dieci condanne. La rete di attivisti ha già raccolto il sostegno di tanti intellettuali tra i quali: Erri De Luca, Ascanio Celestini. Diversi anche gli attori e i registi tra i quali Daniele Vicari, Giorgio Tirabassi, Valerio Mastrandrea, Elio Germano. Oggi decine di questi attivisti si sono ritrovati in piazza Cavour, di fronte alla Cassazione, e hanno portato uno striscione gigante sul quale campeggia la scritta 'Chi saccheggia e' lo Stato. Tutti liberi. Chi devasta è il capitale.



GENOVA NON È FINITA: FIRMA L’APPELLO

http://cipiri.blogspot.it/2012/06/genova-non-e-finita-firma-lappello.html
GENOVA NON È FINITA.
DIECI, NESSUNO, TRECENTOMILA…
APPELLO ALLA SOCIETÀ CIVILE E AL MONDO DELLA CULTURA



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