Kiev, in un bagno di sangue. Più di 30 morti e 50 poliziotti sequestrati
Cadaveri sparsi e spari da questa mattina.
Alcuni atleti hanno abbandonato le Olimpiadi di Sochi per rimpatriare
KIEV - Mentre il palazzo che ospita la sede del governo ucraino è stato evacuato per motivi di sicurezza e agli impiegati dell'amministrazione presidenziale è stato ordinato di tornare nelle proprie abitazioni, sono ripresi i combattimenti tra polizia e manifestanti antigovernativi nel centro di Kiev. La tregua annunciata ieri sera dal presidente ucraino Viktor Ianukovich sembra essere già terminata.
Atleti ucraini lasciano Sochi - Questo mentre dalla Russia giunge la notizia che alcuni atleti ucraini hanno deciso di lasciare i Giochi invernali di Sochi per le violenze e i morti negli scontri a Kiev. La situazione infatti è drammatica.
La conta dei morti - Non è chiaro quante persone siano morte negli scontri di stamattina tra polizia e insorti a Kiev, ma potrebbero essere decine. Secondo il "Kyiv Post" le vittime tra i manifestanti sono almeno 35. Interfax parla invece di 13 cadaveri vicino a una fermata del bus. Il ministero dell'interno riferisce di un poliziotto morto per un colpo d'arma da fuoco
Anche Gazeta.ru parla di 35 persone morte, ma non è chiaro se in questa cifra sia incluso o meno l'agente ucciso. Il "Kyiv Post" riferisce di 10 cadaveri nella hall dell'Hotel Ukraina, tre in viale Khreshatik e 15 nell'hotel Kozatski, dove sembra che saranno presto portati i corpi senza vita di altri sette insorti. Il ministero della sanità, citato da Radio Kommersant, riferisce da parte sua che sono circa 500 le persone rimaste ferite negli scontri di oggi e circa 300 quelle ricoverate in ospedale.
Catturati 50 poliziotti - Allo stesso tempo gli insorti ucraini sono riusciti a catturare una cinquantina di poliziotti e li hanno portati in un edificio occupato vicino al municipio di Kiev facendoli passare attraverso un corridoio umano di dimostranti antigovernativi. Questa mattina, inoltre, un cecchino degli insorti antigovernativi ha sparato sulla polizia dall'edificio del conservatorio di Kiev ferendo più di 20 agenti. Il conservatorio si affaccia su Maidan, la piazza centrale di Kiev cuore della protesta antigovernativa.
L'incontro tra il presidente ucraino e i ministri fancese, tedesco e polacco - Mentre ciò accade il presidente ucraino Viktor Ianukovich è impegnato in un incontro con i ministri degli esteri francese, tedesco e polacco. Lo ha detto Anna Gherman, una consigliera del capo di Stato ucraino, citata dall'agenzia Interfax. Pochi minuti fa altri media internazionali avevano diffuso la notizia dell'annullamento dell'incontro. Nell'incontro dovrebbero essere valutate le possibili sanzioni.
Obama condanna le violenze - Anche gli Usa stanno pensando a delle sanzioni e, mentre il presidente Barack Obama ha condannato le violenze, il dipartimento di Stato ha fatto sapere che blocchi ai visti sono già stati imposti ad alcuni membri del governo di Kiev. Le restrizioni negano l’accesso agli Usa a circa 20 persone ucraine, considerate responsabili delle azioni violente di martedì notte a Kiev. Significa che se queste chiederanno il visto, sarà loro negato.
Un alto ufficiale del dipartimento di Stato Usa, che si occupa delle proteste in Ucraina, ha dichiarato che rappresentano "l’intera catena di comando che riteniamo responsabile di aver ordinato alle forze di sicurezza di muoversi contro il Maidan ieri". L’ufficiale non era autorizzato a essere identificato e ha parlato ai giornalisti a condizione di anonimato.
La Russia avverte - Non collaboreremo con un governo "zerbino" ma con autorità "legittime", "efficaci" e in grado di difendere "gli interessi dello stato". È l'avvertimento del premier russo Dmitri Medvedev. "Bisogna che i nostri partner abbiano autorità, che il potere in Ucraina sia legittimo ed efficace - ha detto - e che non venga calpestato come uno zerbino".
Visti revocati e beni congelati - Le sanzioni previste contro le violenze in Ucraina riguardano "la revoca dei visti e la sorveglianza, nonché il congelamento dei beni di un certo numero di responsabili" di Kiev: lo scrive su Twitter il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, che oggi volerà a Bruxelles per il consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue.
Da parte sua il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, prima di partire stamani per l'Ucraina, ha affermato che "a Kiev vogliamo parlare con il presidente Viktor Ianukovich e con i rappresentanti dell'opposizione, per spingere entrambe le parti a una pausa di riflessione e a fermare le violenze".
"Vogliamo aiutare a ritrovare la via della trattativa verso una soluzione politica del conflitto. Che può solo essere raggiunta dai partiti in causa a Kiev", ha aggiunto. Il viaggio dei tre ministri degli esteri in Ucraina, in stretto contatto con l'incaricata della diplomazia dell'UE Catherine Ashton, per Steinmeier è un "segnale forte di una posizione comune dell'Europa" sulla crisi ucraina.
Ats Ans Afp Red
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