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venerdì 10 gennaio 2020

Fondi per i Disabili usati per una Birreria


Fondi per i Didisabili usati per una Birreria

 A processo l’ex assessore regionale

Remo Sernagiotto è accusato di truffa e corruzione.
L’ex assessore dei servizi sociali della Regione Veneto, l’esponente di Fratelli d’Italia ed ex eurodeputato Remo Sernagiotto, è stato rinviato a giudizio per l’accusa di truffa e corruzione.

Il processo, che inizierà il 14 gennaio, riguarda il presunto utilizzo dei fondi sociali riservati a soggetti disabili della cooperativa Ca’ della Robinia di Nervese della Battaglia, con lo scopo di costruire una birreria. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari di Treviso, che ha accolto le richieste del pm.
Con lui, imputate anche altre tre persone: Mario Modolo, ex dirigente dei Servizi sociali della Regione Veneto, il proprietario della discoteca (centrale nella truffa) Giancarlo Baldissin e il consulente finanziario Egidio Costa.

I quattro imputati avrebbero collaborato per far ottenere un finanziamento alla cooperativa di 3,4 milioni di euro, destinati in teoria a riadibire la discoteca a centro disabili. I fondi sarebbero stati invece destinati per costruire la birreria.

Sernagiotto si è difeso dicendo che «se l’aspettava» ma di non «aver fatto niente». Altre 4 persone, accusate di reati minori, hanno patteggiato pene comprese tra 1 anno e 6 mesi e 2 anni e 4 mesi.



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mercoledì 11 settembre 2019

Lega, 3 Milioni di Euro Spariti


Lega, 3 milioni di euro di fondi del partito spariti



Tra il 2016 e il 2018, oltre 3 milioni di euro sono usciti dai conti della Lega,
 per finire – dopo diversi giri –
 nelle casse di alcune piccole società riconducibili a uomini del partito.

Così, mentre andava avanti l’indagine per truffa conclusa con il sequestro dei famosi 49 milioni della Lega, per tre anni il partito guidato da Matteo Salvini ha fatto sparire nel nulla altri fondi, arrivati grazie alle donazioni dei sostenitori del Carroccio.

È questo il succo della nuova inchiesta del settimanale L’Espresso, 
in edicola domenica 28 aprile 2019.

Secondo quanto racconta il periodico, i 3 milioni di euro sarebbero confluiti nel conto corrente del tesoriere della Lega Giulio Centemero, dei commercialisti bergamaschi Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Ad accomunare i tre il loro ruolo nell’amministrazione dei conti del partito, oltre a quello di fondatori dell’associazione Più Voci, finita nell’occhio del ciclone per un presunto finanziamento di 250mila euro arrivato dal costruttore Luca Parnasi.

I 3 milioni sarebbero spariti dai conti di due partiti, “Lega per Salvini Premier” e “Lega Nord” e delle società da essi controllate, da Pontida Fin a Radio Padania. Tra i beneficiari dei bonifici anche alcuni collaboratori di Luca Morisi, l’uomo che cura i profili social di Salvini.

Movimenti sospetti di denaro, che confluivano sui conti di società appena costituite per finire poi nelle tasche dei collaboratori del Carroccio.

L’Espresso inoltre fa luce su un’altra operazione sospetta: l’acquisto per 800mila euro di un edificio in provincia di Milano da parte della Fondazione Lombardia Film Commission. Qualche mese prima, la stessa struttura era stata acquistata dalla società Andromeda per 400 mila euro.

Gli 800mila euro sono stati incassati, secondo il settimanale, da una società riconducibile ancora una volta alla Lega. Un acquisto, sottolinea il settimanale, iniziato quando a capo della fondazione c’era Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti che avrebbero ricevuto
 parte dei 3 milioni spariti dai conti della Lega.


Tra il 2016 e il 2018, oltre 3 milioni di euro sono usciti dai conti della Lega,   per finire – dopo diversi giri –   nelle casse di alcune piccole società riconducibili a uomini del partito.


I leghisti cominciano a lamentarsi del Capitano.   il Corriere della Sera raccoglie sussurri e grida che in perfetto anonimato   il Carroccio rivolge al suo segretario, del quale evidentemente,   come il resto dell’Italia, faticano a comprendere la strategia.


I leghisti cominciano a lamentarsi del Capitano.
 il Corriere della Sera raccoglie sussurri e grida che in perfetto anonimato 
il Carroccio rivolge al suo segretario, del quale evidentemente, 
come il resto dell’Italia, faticano a comprendere la strategia...

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giovedì 11 luglio 2019

Fondi Russi alla Lega: Corruzione Internazionale

corruzione internazionale


 La procura di Milano indaga per "corruzione internazionale"

La procura di Milano ha formulato l'ipotesi di "corruzione internazionale" nell'inchiesta sui presunti finanziamenti russi ricevuti dalla Lega. L'inchiesta, partita dopo una serie di articoli del settimanale "L'Espresso", è affidata al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e ai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro. Al centro della vicenda ci sarebbe Gianluca Savoini, dell'associazione Lombardia-Russia, intercettato con esponenti del Cremlino.

Sono già state sentite alcune persone dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. L'indagine nasce dagli articoli de l'Espresso e dall'audio pubblicato sul sito americano BuzzFeed, con la voce di Gianluca Savoini, leghista presidente dell'associazione Lombardia-Russia, che a Mosca avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega nell'ambito di affari legati al petrolio ma non si sa se l'intesa sia mai andata in porto.

L’ombra di Putin sul successo della Lega. Soldi a Salvini per destabilizzare la Ue

Smentite, minacce di querele, insulti ai giornalisti e poi tanta sabbia per coprire le notizie. Lo scoop del settimanale ‘L’Espresso’ parlava dell’intesa segreta tra il quartier generale di Putin ed emissari della Lega affinché un reticolo d’interessi collegato al Cremlino finanziasse le casse del partito di Matteo Salvini.

Oggi il giornale online BuzzFeed non solo conferma quanto scoperto dai cronisti de l’Espresso ma pubblica addirittura le registrazione di quella riunione segretissima.

È lo scorso 18 ottobre nel lussuoso Hotel Metropole di Mosca c’è stato un incontro tra esponenti della Lega e uomini del Cremlino per escogitare il modo di far arrivare al partito del ministro dell’Interno e vicepremier italiano Matteo Salvini decine di milioni di dollari.

Nell’audio si sente più volte Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, presidente dell’associazione indipendente Lombardia-Russia e sherpa del ministro dell’Interno presso la corte di Putin, ripetere: “Vogliamo cambiare l’Europa. La nuova Europa deve essere molto più vicina alla Russia”.

La notizia piomba improvvisa e divampa un incendio che costringe o stesso Salvini a diramare una nota: “Ho già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani: mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia”.

Alla luce dell’audio diffuso da Buzzfe s’intravede la filigrana: la Lega ‘lavorerebbe’ in pratica per conto dei Russi, interessata a far saltare l’Unione Europea.

Un esponente di primo piano della politica italiana e membro del Governo in pratica risponde e prende disposizioni da una potenza straniera che interessata a far saltare l’Europa con la complicità degli Stati Uniti di Trump.



#Salvini vive di fake news

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venerdì 19 ottobre 2018

Fondi Lega, parla l’ex segretaria di Bossi

Dissi a Salvini che i soldi stavano sparendo, ma lui non fece nulla

«Dissi a Salvini che i soldi stavano sparendo, ma lui non fece nulla»
Daniela Cantamessa ha accusato il vice premier salvini, 
all’epoca vice segretario federale del Carroccio, 
di essere stato informato sugli ammanchi.



Daniela Cantamessa, ex segretaria storica di Umberto Bossi, ha accusato Roberto Maroni di aver dilapidato il patrimonio della Lega e Matteo Salvini di esserne al corrente, ma di non aver fatto nulla. È quanto ha detto l’ex dipendente della Lega in una video intervista pubblicata da The Post Internazionale, in cui sostiene che tutto cominciò dopo il 5 aprile 2012, all’indomani delle dimissioni dell’allora segretario della Lega Umberto Bossi. «Quando Bossi si è dimesso aveva lasciato nelle casse del partito circa 40 milioni di euro», ha raccontato Cantamessa. 

Poi con la «gestione Maroni», ci fu un cambio di organizzazione delle attività: «Maroni, invece di usare la struttura storica della Lega, utilizzava strutture esterne che avevano dei costi molto alti», ha proseguito Cantamessa. «Il 18 aprile (2012, otto giorni dopo le dimissioni di Bossi, ndr) è stato fatto un contratto all’avvocato di Maroni di qualche centinaio di euro all’ora. Poi è stato portato lì un commercialista, anche lui esterno e presentava fatture su fatture, nonostante la Lega avesse la sua struttura contabile che funzionava». L’ex segretaria ha poi aggiunto che i consulenti esterni a cui si affidò il partito in quel periodo erano tutti vicini a Maroni, divenuto segretario federale della Lega Nord nel luglio di quello stesso anno, ricoprendo l’incarico fino al dicembre 2013. Cantamessa ha detto inoltre di aver avvertito l’attuale ministro dell’Interno e vice premier, allora vice segretario federale della Lega, di quanto stava accadendo: «A Salvini segnalai tutto, lui era vice segretario federale, e con lui avevo un rapporto cameratesco. Era uno di noi. Gli dissi di fare qualcosa perché stavano sparendo tutti i soldi. Ma non si sbilanciò molto quando glielo dissi. Tutto questo disastro è stato impostato dal 2012 in poi». Come sono spariti i 49 milioni della Lega Nord ???



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martedì 17 aprile 2012

fondi pubblici ai partiti?


fondi pubblici ai partiti? Ecco la mappa paese per paese

Come funziona il finanziamento pubblico ai partiti negli altri paesi? Ecco la mappa che lo spiega




 Nel nostro paese, il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito con un referendum abrogativo nel 1993. In pratica è cambiato poco vista la legge che prevede i "rimborsi elettorali". Ogni anno, i vari partiti ottengono dallo Stato, da noi, milioni di euro.

Ma come funziona il finanziamento pubblico ai partiti nel resto del mondo? Secondo un'inchiesta dell'Institute for Democracy and Electoral Assistance (IDEA), i paesi che prevedono forme di finanziamento pubblico annuale (totale o parziale) sono 96: il 44% dei paesi del mondo. 57 prevedono invece fondi pubblici in relazione alle spese sostenute in campagna elettorale.

Mentre gli Stati che non prevedono nessun finanziamento pubblico sono 55. In Europa soltanto Malta, Andorra, Svizzera, Bielorussia, Ucraina.


Il rimborso elettorale ha fruttato ai partiti 2,7 miliardi di euro dal 1994 ad oggi, che salgono a 6 se si considera il periodo precedente fino al 1974


Il rimborso elettorale ha di fatto sostituito il meccanismo del finanziamento pubblico, abolito nel 1993 con referendum. Come riporta FanPage, nel 2006 è stata introdotta una norma, cancellata nel 2011, che impone di elargire il rimborso per intero anche in caso di legislature interrotte.

I partiti hanno visto entrare nelle loro casse i soldi calcolati su tutti e cinque gli anni di legislatura e questo a prescindere dalla loro effettiva permanenza nell'Esecutivo. Quali sono i partiti che ne possono beneficiare? La risposta è molto semplice: quelli che hanno ottenuto l'1% di voti alla Camera, mentre al Senato si calcola su base regionale. Il rimborso, inoltre, è calcolato non sui voti effettivamente ricevuti, ma in relazione agli iscritti nelle liste elettorali.

Nelle elezioni politiche del 2008, quanto ci sono costati i partiti politici? Molto di più delle spese da loro affrontate. I partiti hanno speso 110 milioni di euro per le loro campagne elettorali, ottenendo cinque volte di più in rimborsi.

leggi anke
http://cipiri.blogspot.it/2012/04/illegale-il-trattamento-privilegiato.html

20 miliardi di euro all'anno solo per le auto blu
2,5 miliardi di euro dal 1994 a oggi di rimborsi elettorali
16.000 euro al mese di stipendio ufficialmente i più ricchi d'Europa
290.000 euro l'anno per lo stenografo del senato più del RE di Spagna
160.000 euro l'anno vanno al barbiere del senato
600.000 euro l'anno per il capo della polizia che guadagna più del capo dell'FBI
218.000 euro lo stipendio di Napolitano che ha più dipendenti e collaboratori della regina d'Inghilterra
il quirinale ci costa 235 milioni di euro l'anno
gli uffici di Montecitorio ci costano 54 milioni di euro l'anno

Vivono come nababbi hanno più privilegi della nobiltà pre-rivoluzione Francese, noi siamo costretti a fare sacrifici per mantenerli.


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giovedì 24 novembre 2011

Fondi Europei, speso solo l'8,2% dei 47 miliardi per il Sud



Fondi Europei

speso solo l'8,2% dei 47 miliardi per il Sud


Su 47 miliardi di euro stanziati dall'Unione europea sono stati spesi effettivamente 3,9 miliardi che salgono a 7,8 (16,6%) se si considerano anche gli impegni su progetti operativi. Il peggior utilizzo delle risorse si registra in Campania, ma anche la Sicilia è in forte ritardo...

Fino alla fine del 2010 le Regioni del Mezzogiorno hanno speso solo l'8,2% delle risorse stanziate per il periodo 2007-2013: è quanto si legge in uno studio della Uil sulla programmazione e la spesa dei Fondi Strutturali Europei. Su una dotazione di 47 miliardi di euro per l'area (su un totale di 59,4 miliardi per l'Italia nel complesso) si sono spesi effettivamente appena 3,9 miliardi, mentre gli impegni su progetti operativi valgono 7,8 miliardi di euro (il 16,6% del totale). Al Sud le percentuali di spesa sono circa la metà di quanto impegnato e speso nel Centro Nord del Paese, dove l'utilizzo effettivo dei fondi europei si attesta al 16,3% del totale mentre le risorse almeno impegnate sono al 34,1%.
L'unione europea - sottolinea la Uil - aveva indicato anche un obiettivo intermedio stabilendo che entro il 2010 si sarebbero comunque dovuti spendere o impegnare almeno 26,6 miliardi di euro rispetto ai 47 destinati complessivamente al Mezzogiorno nei sette anni del programma. "Rapportando a questa cifra intermedia le risorse già spese (3,9 miliardi) - si legge nel Rapporto - si ottiene un deludente 14,5% di spesa effettiva, mentre le risorse impegnate in progetti operativi (7,8 miliardi) sono il 29,3% del totale intermedio". "La situazione - spiega il segretario confederale Guglielmo Loy - è da vero 'allarme rosso'. Si pone il tema della selettività e strategicità degli interventi, della qualità della progettazione, della qualità e velocità della spesa, della concentrazione delle risorse". La situazione peggiore nell'utilizzo delle risorse dei fondi strutturali è quella della Campania (solo il 3,6% degli otto miliardi a disposizione è stato effettivamente speso) ma in forte ritardo è anche la Sicilia con appena il 5,3% delle risorse a disposizione effettivamente utilizzato. Dati migliori rispetto alla media del Mezzogiorno arrivano invece dalle 'performance' della Sardegna, dove la spesa è al 17,6% del totale dei fondi a disposizione per il periodo 2007-2013, della Basilicata (spesi il 15,9% dei fondi) e del Molise (10,2%). "Nonostante i proclami e gli appelli - sottolinea Loy - sembrano ripetersi quegli aspetti negativi che hanno caratterizzato l'utilizzo dei Fondi Europei nel recente passato. Per questo auspichiamo che dai governi, nazionali e regionali, arrivi un segnale che inverta la rotta fin qui seguita e che si dia una risposta forte al vero problema che affligge il Mezzogiorno, il lavoro. Per questo - conclude - è necessario attuare interventi in grado di convogliare una massiccia dote di risorse agli incentivi all'occupazione di qualità e alle infrastrutture strategiche, opere pubbliche di interesse interregionale, ma anche immateriali, ciclo dei rifiuti, asili nido, risorse idriche".


 FONTE
 http://businesspeople.it/Business/Economia/Fondi-Strutturali-speso-solo-l-8-2-dei-47-miliardi-per-il-Sud_15695

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martedì 19 luglio 2011

L'Europa sta per cancellare i fondi per il ponte di Messina , Buttati 250 milioni di euro


Dopo aver annunciato tagli agli esigui finanziamenti della Tav Torino-Lione, l’Unione Europea si accinge a cancellare qualsiasi contributo alla costruzione di un’altra grande opera inutile, il ponte di Messina.
A settembre la decisione definitiva: all’attenzione della Commissione Europea c’è una proposta che ridefinisce i grandi corridoi per lo spostamento di uomini e merci. 
La priorità non va più all’asse Berlino-Palermo (e dunque al ponte sullo Stretto), bensì a quello Helsinki-Valletta: dalla Finlandia si scende via terra fino a Bari, e poi si prosegue fino a Malta lungo un’”autostrada del mare”. 
Il fatto riportato da Blogeko è soltanto l'ennesima testimonianza dello sperpero di soldi pubblici messo in atto da questo governo, sempre e solamente a spese dei contribuenti! Dopo la Tav (che come appunto detto sopra, è già stato annunciato il taglio dei fondi da parte dell'Ue), adesso tocca al ponte di Messina, già bocciato diverso tempo fa dalla Corte Costituzionale per questioni di sicurezza ...

Ma quanto ci è costato fino ad oggi il "ponte sullo stretto"?

sono già stati spesi 250 milioni circa, secondo i calcoli del Corriere della Sera. Inoltre la mancata costruzione comporterà il pagamento di centinaia di milioni di penale agli assegnatari dell’opera.
E non ci resta che ringraziare ancora una volta il governo Berlusconi!



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venerdì 4 marzo 2011

Ue, 1500 euro in più per la segreteria




Ue, 1500 euro in più per la segreteria, gli eurodeputati si aumentano i fondi


BRUXELLES – In barba ai richiami all’austerità inviati a tutta l’Europa, la commissione Bilancio del Parlamento Ue ha dato il via libera a un aumento di 1.500 euro delle spese mensili per la segreteria di ognuno dei 736 membri dell’Eurocamera. ”E’ uno scandalo – il commento di Helga Trupel, eurodeputata dei verdi e membro della Commissione Bilancio – chiediamo a tutti gli Stati membri ed ai lavoratori europei di tirare la cinghia e poi approviamo un aumento che non è assolutamente giustificato. Ho votato contro ed ho provato a posporre la questione a un momento più consono”.
A determinare l’aumento, la decisione dell’SD, l’Alleanza dei socialisti e dei democratici in cui milita il Pd, di votare la posizione favorevole del gruppo popolare, tra cui figurano i deputati del Pdl e dell’Udc, e dei conservatori. Contrari, oltre ai verdi, anche i liberaldemocratici, in cui figura l’Idv, ed il gruppo della sinistra unitaria. Con questa nuova revisione al rialzo, gli eurodeputati avranno 21 mila euro a disposizione ogni mese per pagare i loro assistenti e per gli altri costi di segreteria. La decisione ha l’effetto di aumentare di 13,2 milioni all’anno le spese vive del Parlamento Ue.

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mercoledì 29 settembre 2010

Ragnatela del Cavaliere e Mediaset: fondi neri



Su Repubblica la ragnatela di entità giuridiche emerse dall’analisi della KPMG che consentivano al Cavaliere e a Mediaset di evadere le tasse e creare fondi neri


Bei tempi, quelli. Quelli in cui serviva crearsi un bel po’ di entità fuori bilancio per occultare soldini e portarsi a casa 3500 miliardi, di cui 800 totalmente offshore, per farsi un fondocassa da utilizzare nei casi particolari. Come pagare un giudice, un testimone o un calciatore. Li rievoca Giuseppe D’Avanzo su Repubblica, che fa le pulci alla galassia Fininvest partendo dalla famosa perizia del revisore di bilancio KPMG. Utilizzata nel processo All Iberian per falso in bilancio.

Scrive D’Avanzo:


Il documento di KPMG racconta come vanno le cose nella società di Berlusconi: Fininvest sommerge buona parte della sua contabilità. Nascosta da un doppio registro, movimenta, nei 7 anni analizzati dalla perizia, almeno 3 mila e 500 miliardi, 884 dei quali occultati su piazze off-shore. “Per alterare la rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale nel bilancio consolidato Fininvest”, scrive KPMG. Si scopre che la Fininvest opera attraverso due comparti societari. Il “Gruppo A” – ufficiale – e il “Gruppo B”, riservato. Lo spiega l’avvocato inglese David Mills, che ne costruisce l’architettura riferendone direttamente anche a Silvio Berlusconi: “Il Gruppo B è un’espressione utilizzata per differenziare le società ufficiali del gruppo A da quelle, pur controllate nello stesso modo dalla Fininvest, che non dovevano apparire come società del gruppo per essere tenute fuori dal bilancio consolidato. Un promemoria definiva le società del gruppo B “very discreet” (molto riservate), perché il collegamento con il gruppo Fininvest rimanesse segreto”.


Ma così non va. E i paradisi fiscali diventano un inferno:


La KPMG individua 64 società off-shore su tre livelli. Al primo appartengono 29 sigle, distribuite geograficamente in quattro aree. “Ventuno società hanno sede nelle Isole Vergini inglesi, cinque nel Jersey, due alle Bahamas, una a Guernsey”. “Altre tredici società – anch’esse off-shore – formano il secondo livello. Si tratta di “controllate” da società del primo livello da cui non si distinguono né per funzioni, né per organizzazione societaria”. Caratteristica comune anche alle 22 sigle del terzo ed ultimo livello. Ancora KPMG: “La gestione (di queste società) è a cura di amministratori e personale del gruppo Fininvest”. I reali beneficiari (beneficial owner) sono “amministratori, dirigenti, consulenti o società del gruppo Fininvest”. Dalla Fininvest “dipende quasi esclusivamente il loro finanziamento che avviene attraverso le medesime banche e società fiduciarie”.


I beneficial owner, ovvero la stessa formula utilizzata da Lorenzo Rudolph Francis per chiamare in causa Giancarlo Tulliani.


Ricapitoliamo: c’è un comparto segreto, protetto all’estero, ne fanno parte 64 società direttamente controllate da Fininvest. In nome e per conto di Fininvest, concludono transazioni in settori ritenuti strategici per il Gruppo. I loro bilanci sono invisibili, ma solo alla contabilità ufficiale, perché i dirigenti di Fininvest ne hanno il pieno controllo. Come abbiamo già detto, tra il 1989 e il 1996 attraverso il comparto B sono stati stornati dai bilanci Fininvest 884 miliardi e 500 milioni. Cifre parziali, sostiene KPMG, perché “i conti cui è stato appoggiato per sette anni il comparto migrano verso le Bahamas. A Nassau, in Norfolk House, a Frederick Street, ha sede la Finter Bank & Trust. Qui, su nuovi conti sarebbe affluita la ricchezza del fu comparto B”.

Bei tempi, quelli. Altro che una casetta piccolina a Montecarlo.



ONOREVOLE : Di Pietro 

DICE TUTTE LE VERITA' DI MR. B.

DA VEDERE , DIRETTA TV DAL PARLAMENTO ITALIANO

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venerdì 11 settembre 2009

Il 25 manifestazione a Fondi per la legalità

Il 25 manifestazione a Fondi per la legalità

E’ nato a Fondi [Latina] il Comitato di lotta alle mafie, di cui è parte costituente l’associazione Murales. Un’iniziativa coraggiosa per dare forza alla mobilitazione locale contro lo scandalo del mancato sciogliemento del comune deciso dal consiglio dei ministri. Da un anno è stata presentata dal prefetto di Latina, Frattasi, la richiesta di scioglimento per infiltrazione mafiosa, che aveva trovato d’accordo lo stesso ministro dell’interno Maroni. Il neonato comitato indice a Fondi una manifestazione nazionale per la legalità il 25 settembre.

www.muralesfondi.it

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mercoledì 12 novembre 2008

MONEY





Le banche possono essere meglio dei magliari e molto meglio della mafia. Non c’è limite alla loro finanza creativa. O, meglio, il limite c’è, è il crack, la bolla, la crisi dei mercati. Quando i risparmiatori perdono tutto, allora la creatività lascia il posto alle analisi degli economisti che spiegano bene e in dettaglio, ma sempre dopo. Chi ha perso tutto, mentre li legge, sente sempre il desiderio di incontrarli di sera con una mazza ferrata.
Le banche, soprattutto americane, applicano da anni un meccanismo infernale sui mutui. Funziona così. La banca concede il mutuo a persone a rischio. Mutui “subprime” per i quali non si verifica la fonte di reddito di chi li chiede. Mutui “Alt-a” dati con una semplice dichiarazione. Più mutui, più soldi per le banche. La banca guadagna sugli interessi del mutuo, ma il rischio è alto. Perchè chi ha contratto il mutuo potrebbe non pagare. La banca allora impacchetta i mutui in fondi di investimento, un po’ come trasformare la m..da in oro.
I mutui in vendita sono chiamati Cdo, obbligazioni collateralizzate di debito. In pratica le banche vendono i debiti di persone spesso insolvibili. Con un triplo guadagno: dal mutuo, dal fondo e dall’eliminazione del rischio. I Cdo possono essere stati inseriti in teoria in qualunque fondo. L’ignaro acquirente potrebbe scoprirlo nei prossimi giorni. Infatti, il valore del mercato immobiliare statunitense è in caduta libera da mesi, gli americani non riescono a pagare più le rate, i fondi vanno a picco.
Il Cdo non si sa dove è andato a finire. In quali banche, in quali Paesi, in quali fondi. A chi tocca, tocca. E’ il capitalismo del debito, bellezza. Quello che inventa le ricchezze e distrugge i risparmiatori.
A QUESTO PUNTO IL MASSIMO DEL CINISMO MI CONSIGLIA DI STAMPARE IO STESSO LE BANCONOTE CHE MI SERVONO X VIVERE , PERCHE' NO POTREMMO FARLO TUTTI , MAGARI CON LA NOSTRA FOTO AL CENTRO , AHAHAHAAHHA CHE BELLO SAREBBE MAGARI ANDIAMO DALL'ALTRA PARTE DEL MONDO E CI DANNO DI RESTO UNA BANCONOTA COL NOSTRO FACCIONE STAMPATO SOPRA .........AHAHAHAHHAHAAHAAHHAHAHH CIAO

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