La situazione precipita in Ucraina.
Una guerra per l’energia bussa alle porte dell’Europa
La situazione sta precipitando in Ucraina. Una guerra per l’energia bussa alle porte dell’Europa: il controllo dell’Ucraina è cruciale per stabilire da chi gli europei devono comprare il gas e quanto devono pagarlo.
Settant’anni di pace hanno rimosso dal pensiero europeo la possibilità di un conflitto armato.
In Ucraina ormai si spara apertamente; il segretario di Stato americano Kerry ed il ministro degli Esteri russo Lavrov hanno avuto una telefonata carica di tensione.
Lavrov ha minacciato l’intervento armato come in Georgia.
Ho dedicato molte parole alla dipendenza dell’Unione Europea dal gas russo, che transita attraverso l’Ucraina. Se gli Usa “convincono” la Russia a interrompere le forniture all’Europa, ecco che il mercato europeo si apre all’importazione via nave del gas statunitense: ci costerà più caro e le nostre bollette contribuiranno a tener su la bolla del fracking, insostenibile dal punto di vista finanziario oltre che ambientale.
Manca proprio poco a che la Russia venga “convinta” a chiudere il rubinetto. Oltre alle questioni militari e diplomatiche, c’è la faccenda del “reverse flow”, ossia l’ipotesi di far scorrere nei gasdotti il gas da Ovest verso Est (anzichè da Est verso Ovest) affinché altri Paesi europei inviino gas russo all’Ucraina, che non riesce a pagare le bollette e che quindi rischia di vedersi tagliate le forniture dalla Russia. Tuttavia – ed è una cosa che è difficile trovare sui media italiani – secondo il colosso russo Gazprom una mossa del genere sarebbe priva di un solido retroterra legale.
E potrebbe essere la goccia in grado di far traboccare il vaso già colmo.
La Russia è già pronta a vendere il suo gas alla Cina invece che all’Europa: è un errore pensare che l’interruzione delle forniture di gas all’Unione Europea danneggerebbe gravemente gli interessi russi. Poche ore fa il presidente statunitense Obama ha avvertito la Cina che gli Usa si schiereranno in armi a fianco del Giappone per proteggere le isole Senekau, ossia brulli scogli perduti in mezzo all’Oceano dall’incerto status giuridico di cui nessuno si è mai particolarmente interessato finchè non si è scoperto
che nascondono nei fondali un tesoro di petrolio e di gas.
CRIMEA - RUSSIA AMERICA - INTERVISTA GIULIETTO CHIESA.
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GIULIETTO CHIESA PARLA DELLA CRISI CRIMEA... DELL'AMERICA... DELLE STRATEGIE USA PER VENDERE SOLTANTO LEI IL PETROLIO ALL''EUIROPA - DI RENZI FILOAMERICANO - DEL GAS CHE PAGHEREMO IL 20 PER CENTO IN PIU'.
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