ESM. Tagliamo i trattati europei, non lo stato sociale.
InGlass-Steagall su aprile 16, 2012 a 6:12 PM No alla ratifica dell’ESM, il trattato che cancellerebbe la democrazia.In questi giorni il Parlamento italiano sarà chiamato a ratificare il nuovo trattato intergovernativo europeo, il Meccanismo di Stabilità Europea (ESM), che comporterà tagli draconiani e l’imposizione di condizioni degne delle repubbliche delle banane.
Attraverso metodi non-democratici i funzionari degli organismi finanziari potranno imporre misure che metteranno a rischio la sopravvivenza dell’economia e dei cittadini.
Come ha spiegato anche Lidia Undiemi nell’appello che ha circolato largamente sulla rete nelle ultime settimane – lo trovate a questo link sul Wall Street Italia – in realtà ai Parlamenti nazionali sarà chiesto di modificare l’art. 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, per approvare indirettamente l’ESM.
Ci sarà un dibattito pubblico?
I politici hanno discusso con la popolazione la bontà di questo accordo negli scorsi mesi?
La risposta è NO.
Come per tutte le altre misure decise a livello europeo negli ultimi anni.
Al solito, l’establishment sovranazionale si accorda su come salvare il sistema finanziario attuale, in fase di crollo da qualche anno, poi ordina agli stati di approvare.
I risultati potranno essere catastrofici: l’Italia sarebbe obbligata a ridurre il debito pubblico alla soglia del 60% del PIL entro vent’anni.
Tradotto: tagli di 45 miliardi di euro circa all’anno per i prossimi 20 anni.
Che fine farà lo stato sociale?
Che conseguenze ci sarebbero per sanità, istruzione, ma anche strade e tutti i servizi locali?
Già con la politica del Governo Monti l’economia va verso la caduta libera, con la ratifica dell’ESM i conti pubblici potranno soltanto peggiorare man mano che le attività produttive soccomberanno alla crisi.
La Grecia è vicina, e con l’ESM si sancirebbe la possibilità per i burocrati sovranazionali di intervenire direttamente nella politica nazionale con impunità e senza appello.
La tematica ha già fatto tanto scalpore sulla rete, ma ora i tempi stringono.
Occorre passare ad una seconda fase, parlarne in ogni sede e organizzare una mobilitazione popolare, stoppiamo l’ESM, per prima cosa.
Facciamone una campagna di comunicazione forte, incisiva.
Da adesso in avanti NOBIGBANKS (siamo presenti su Facebook e su Twitter) passa alla fase due, per allargare la conoscenza della separazione bancaria e arrivare alla popolazione. Vi invitiamo a usare gli hashtag #separazionebancario e #nobigbanks.
Teniamo sempre dritta la barra: “Salviamo la Gente, Riformiamo la finanza”.
Difendiamoci dalle minacce per la salute pubblica come l’EMS.
Ma ricordiamoci sempre che per costruire l’alternativa alla folle politica di austerità il primo passo è Glass-Steagall.
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Lidia Undiemi e Luca Ciarrocca chiedono al governo Monti, al parlamento e agli italiani di fermare l'ESM. In esclusiva il file definitivo, per far comprendere a tutti i cittadini i rischi che corre il nostro Paese con il meccanismo di stabilita' del debito pubblico pensato e gestito dai poteri forti Ue, con trasparenza zero.
Scarica i seguenti documenti:
- Testo della proposta di mozione parlamentare contro l'ESM
http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1360034
- Disegno di legge per la ratifica della modifica dell'art. 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea
http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/37365_testi.htm
- Disegno di legge per la ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM)
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/280172.pdf
- Resoconto dell'assemblea del Senato del 25 gennaio 2012 (le mozioni da pagina 107)
http://www.governo.it/backoffice/allegati/66413-7362.pdf
- Link dal quale è possibile visionare le mozioni presentate alla camera
http://www.camera.it/412?idSeduta=575&resoconto=stenografico&indice=a...
- Senato: passa la mozione unitaria sull'Europa", articolo su Quotidiano.net
http://qn.quotidiano.net/politica/2012/01/25/658903-monti_senato_mozione_tobi...
- Testo dossier sull'ESM di Lidia Undiemi
http://www.palermoreport.it/images/stories/pdf/esm_Dossier_SME_Undiemi.pdf
- Testo della mozione popolare contro l'ESM in italian
http://www.palermoreport.it/images/stories/pdf/esm_mozione_eng.pdf
Italia bloccata dalle gabbie mentali.
InGlass-Steagall su aprile 14, 2012 a 1:00 AM E’ sempre più in auge la fazione liberista, antistatalista o antidirigista che dir si voglia, mondialista, cosmopolita nell’accezione che usava Friedrich List.Ecco List è uno di quegli autori da riscoprire assolutamente con quel libro Il sistema nazionale di economia politica che andrebbe regalato ad ogni politico che si dichiari a favore della gente, salvo poi disattendere ogni indicazione che gli viene da quella “base” un tempo ascoltata e consultata.
Da una parte troviamo i cosmopoliti che procedono spediti a votare tutto il votabile pur di salvare il sistema finanziario agonizzante.
Dall’altra le recenti, molteplici, centripete inchieste della magistratura e della stampa hanno messo nell’occhio del ciclone la politica ed i partiti lungo tutto lo stivale, ricorderete le inchieste sulla casta, ci sono blogger che ci hanno fatto una fortuna, tutto porta acqua al mulino della governance mondiale.
Tornano alla mente le gesta di Don Chisciotte, che combatteva contro i mulini a vento, simbolo del potere dei mugnai (gli strozzini, la speculazione).
Proviamo a guardare oltre i fatti riportati con dovizia di particolari dalla stampa.
Superiamo la prima reazione di rigetto verso la politica ed i partiti quali istituzioni.
Abbiamo argomentato in un post (La trappola dei finanziamenti ai partiti) che “Con la scusa del risparmio e della trasparenza – ci interessa impedire gli stupri o che si sappia in modo trasparente chi stupra? – si fa il gioco dell’oligarchia finanziaria: mettere l’intero Paese sotto il suo controllo.
Il paradosso in tutta questa vicenda é che ad esser colpito così duramente sia il partito, la Lega Nord, che appena un paio di giorni prima dello scoppio del caso, aveva annunciato una raccolta firme a livello nazionale per la separazione tra banche d’affari e banche commerciali (standard Glass-Steagall).
Continua così lo scontro tra oligarchia finanziaria e democrazia, tra impero e stato nazionale“.
Proseguiamo nel ragionamento.
Quel che emerge è una pressochè costante pressione intimidatoria sui partiti repubblicani, espressione della volontà del popolo sovrano.
Eppure, oggigiorno nei partiti le voci dissenzienti fanno sempre più fatica a farsi ascoltare.
In che senso?
Lasciate perdere le quisquilie formalistiche che ogni giorno riempiono i giornali, circa gli scontri generazionali, i contrasti interni e i posizionamenti.
Sfrondiamo le diatribe che come rumori di fondo distraggono dalle questioni essenziali.
Seguendo il dibattito di coloro che potremmo indicare come gli opinion maker, le persone che hanno autorevolezza e ruolo perché una loro parola ha la capacità di orientare la discussione, si noterà che ormai ci sono dei mantra, delle parole che agiscono sulla base di un framing ormai collaudato.
Per intendersi: ci vuole più Europa costi quel che costi, perché gli italiani sono un popolo di inaffidabili spendaccioni.
L’Euro è un successo: se non ci fosse stato, come faremmo oggi?
In un mondo globale, che cosa può fare da sola la barchetta Italia nel mare infestato dagli squali finanziari?
E compagnia cantando, siamo arrivati a creare un ambiente che ha plasmato una generazione di opinion maker che si ritrovano irrigiditi sulle rigorose posizioni della difesa di un corpus di idee che spesso sono solo opinioni, ma che a furia di ripeterle le hanno elevate al rango di dogma.
Pertanto, da posizioni diverse, con agenti distinti e nemmeno in accordo, ma evidentemente su un canovaccio che ci è ormai chiaro, siamo arrivati al punto che la maggioranza silenziosa, quella che incontri al bar a prendere il caffè o al mercato a far la spesa, ti ripete in coro:
Sì a più Europa politica.
Sì a meno costi della politica.
Sì al superamento della sovranità nazionale per un’Europa politicamente unita!
E’ pertanto evidente come questo sia il paradigma che informa la politica istituzionale: si va verso la cessione di sovranità nazionale.
E non stupisce che si parli sempre più spesso di partito dell’ABC: Alfano (PDL), Bersani (PD), Casini (UDC).
Non è un caso se l’autorevole voce dell’establishment finanziario internazionale, il Financial Times, riporti l’idea che in Italia si vada verso la formazione di un aggregato nuovo, di fatto sarebbe lo sbriciolamento dei partiti italiani, per sostenere Mario Monti candidato unico.
L’attacco ai partiti è interpretabile nel quadro di un colpo mortale alle tradizioni repubblicane.
Si va verso la completa cessione della sovranità dell’Italia, i partiti repubblicani non servono più.
Ecco che si va preparando un grande colpo di spugna che cancellerà la dignità dei partiti politici, per andare in direzione di masse di persone che vanno poi organizzate e indirizzate secondo nuovi schemi.
Non più cittadini sovrani che si organizzano nei partiti nazionali, ma grandi aggregati di individui che si plasmano e si influenzano secondo con i media, così da avere una unica opinione pubblica europea.
Un brodo indistinto, in cui le differenze di lingua, di storia, di cultura, di tradizioni vengono.
Si mira alla omogeneizzazione delle masse: ci ridurranno allo status di cittadini del mondo, una ciotola di riso e tanti sacrifici, perché i mercati hanno ragione a pretendere un livellamento degli standard di vita: la grande conquista del Novecento, il Welfare, è solo un lusso costoso.
A questo tendono i dichiarati movimenti in chiave europeista che si muovono in lungo e largo.
Questo è il disegno portato avanti da tanti rappresentanti della Repubblica italiana, che nei fatti stanno facendo in modo di chiudere una grande stagione politica.
Altro che fine della Seconda Repubblica.
Nell’ottica di chi vuole costruire gli europei, i partiti di massa sono ingombranti per questa ragione si spinge per il superamento completo dell’idea repubblicana, così da completare il disegno imperiale.
Non si dimentichi al riguardo il messaggio che l’altro Mario, Mario Draghi, ha lanciato agli europei poche settimane fa dalle pagine del Wall Street Journal: il modello sociale è superato. Guarda il video.
Non c’è alternativa all’austerity
«Non c’è uno scambio plausibile tra riforme strutturali e rispetto degli obiettivi di deficit – ha subito precisato Draghi -. Il consolidamento fiscale è inevitabile nel contesto attuale e concede il tempo necessario per le riforme strutturali». Il messaggio è chiaro: non c’è alternativa all’austerity. Per il numero uno dell’Eurotower, «fare marcia indietro sui target fiscali innescherebbe una reazione immediata da parte dei mercati. Gli spread sovrani e il costo del credito salirebbero, cose alle quali abbiamo già assistito».
«Non c’è uno scambio plausibile tra riforme strutturali e rispetto degli obiettivi di deficit – ha subito precisato Draghi -. Il consolidamento fiscale è inevitabile nel contesto attuale e concede il tempo necessario per le riforme strutturali». Il messaggio è chiaro: non c’è alternativa all’austerity. Per il numero uno dell’Eurotower, «fare marcia indietro sui target fiscali innescherebbe una reazione immediata da parte dei mercati. Gli spread sovrani e il costo del credito salirebbero, cose alle quali abbiamo già assistito».
ALCUNI DIRITTI RISERVATI (CC BY-NC-SA)
Perché, infine, sia partita proprio adesso l’offensiva sui partiti è chiaro: si delegittima la classe politica nel momento di accelerazione delle “riforme strutturali“.
Estote parati.
Serve accelerare su Glass-Steagall.
E’ l’unico modo per sconfiggere i disegni imperiali di chi immagina di ridurre in schiavitù popoli che hanno con fatica lottato per darsi istituzioni democratiche.
Invitiamo a firmare per la campagna Glass-Steagall, diffonderla e socializzarla tra i vostri contatti: http://www.firmiamo.it/nobigbanks
Questi alcuni commenti dei firmatari:
E’ una battaglia difficilissima, ma, sento che il momento è giusto. Grazie per l’impegno. Pia
Provarci ? Cambiare ? Si può. Si deve. Con urgenza. Prima che sia troppo tardi. Per chi verrà dopo di noi. Massimiliano
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