Tra deliri e cialtronate
la vera natura dei cosidetti
“comunitaristi”
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Consigliamo di leggerlo con le sue amenità circa le ragioni dell'amicizia e dell'assonanza con le posizioni del teorico oggi più caro a tutte le destre europee, Alain de Benoist, la rivalutazione del generale De Gaulle, il giudizio sulla natura controrivoluzionaria del «cosiddetto Sessantotto», gli attacchi «all'antifascismo nostalgico-paranoico», ovviamente in assenza di pericoli reali di «fascismo», le disquisizioni sulla necessità dell'opposizione al «multiculturalismo», fino all'elogio della leader del Front National Marine Le Pen che «crede veramente a quello che scrive», ma soprattutto capace di indicare (siamo sempre ai complotti) l'immigrazione come «parte di un'offensiva economica e culturale del mondialismo».
Un esempio, tra i tanti, di come si possa finire, tra deliri e cialtronate, ad allearsi con i razzisti e i fascisti, facendosi passare per dei rivoluzionari. È quanto sta accadendo in questi anni nel minuscolo universo dei cosiddetti “comunitaristi”, da Eurasia a Comunismo e Comunità, passando per il Campo Antimperialista.
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