Vigili “a domicilio”, il giornalista che documenta viene querelato
E' accaduto in Sicilia dove il cronista Vincenzo Barbagallo è stato denunciato per aver ripreso un'agente della municipale portare la spesa a casa di qualcuno, ovviamente con l'auto di servizio
UN VIGILE URBANO FA LA SPESA CON L'AUTO DI SERVIZIO
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Video di Vincenzo Barbagallo, .
È successo ancora. Dopo la querela ad Antonio Mazzeo, è la volta di Vincenzo Barbagallo. Ventiseienne della provincia catanese, Barbagallo è giornalista di Sud Press e il 5 agosto scorso, mentre era a casa di un amico, ha fatto un video. In questo video si vede un vigile, opportunamente oscurato dalla redazione di Sud Press, in pieno rispetto della privacy del soggetto ripreso, che con l’auto di servizio si ferma davanti ad un’abitazione e comincia a scaricare buste della spesa. In quelle buste, ci racconta Vincenzo Barbagallo, “c’è della frutta: meloni, angurie, ecc ecc”. Il video è stato pubblicato il 14 agosto, “in redazione abbiamo deciso di far passare qualche giorno per poterci consultare coi nostri legali – racconta Vincenzo. Alla fine abbiamo pubblicato il servizio, scrivendo qualche riga in cui raccontiamo cosa si vede ma senza aggiungere grandi commenti”.
La querela. Il 20 agosto, cioè solo sei giorni dopo, a Vincenzo viene notificata una querela non da parte, come forse sarebbe stato “comprensibile”, del vigile urbano “parte lesa”, ma dal Comando dei Vigili Urbani. E va da sé che le spese legali del Comando verranno pagate coi soldi dei cittadini, in quanto si sta parlando della Polizia Municipale. Quindi i cittadini pagheranno perché lo Stato ha deciso di querelare un giornalista che, per tutelare proprio il diritto di quegli stessi cittadini ad essere informati, ha fatto il suo lavoro e lo ha fatto nel pieno rispetto dei principi deontologici previsti dall’Albo a cui appartiene. Un controsenso.
E le minacce. Ancora una volta, quindi, si ripropone l’annosa questione della libertà di stampa, dell’intimidazione a mezzo querela verso coloro i quali, come nel caso di Vincenzo, sono giornalisti in formazione. Oppure freelance e precari. Insomma, la storia è sempre quella: meglio non scrivere piuttosto che “diffamare”. Inoltre, se è vero che Vincenzo Barbagallo non ha ricevuto minacce personali, è altrettanto vero, come lui stesso racconta, che il suo amico, proprietario dell’appartamento da cui è stato girato il video, è stato intimidito più volte da vigili in uniforme con frasi del tipo “te la faremo pagare”. Non solo il giornalista, dunque, ma anche il cittadino che segnala o che offre aiuto viene travolto dalle minacce.
“Azione eroica”. «Abbiamo pubblicato il video perché secondo il nostro giornale non è un’operazione consona ad un vigile urbano quella di consegnare a domicilio dei pacchi con alimenti. Il vigile urbano deve fare altro, non questo», spiega Vincenzo. Ma c’è dell’altro: Comando dei Vigili Urbani e Sindaco di Aci San’Antonio (paese in cui si è svolto il fatto), da venerdì scorso, hanno deciso di difendere il vigile sostenendo una tesi quanto meno discutibile. Secondo loro, infatti, il vigile avrebbe fatto “un’operazione quasi eroica, da ammirare – ci dice il giornalista – perché dicono che queste buste il vigile le porta sì effettivamente nell’abitazione in orario di servizio con l’auto dei vigili, ma lo fa a fin di bene. Quello che raccontano è che queste buste sono frutto di un salvataggio nei confronti della signora, che si è sentita male, e che il vigile ha poi accompagnato a casa ritornando infine a prendere le buste della spesa”. Eppure, come precisa lo stesso Barbagallo, “anche nel caso in cui questa storia fosse vera, il vigile urbano non è comunque tenuto a fare quello che ha fatto. Se c’è qualcuno che si sente male, si chiama il 118 e i sanitari si preoccuperanno di tutto”.
È chiaro che se le cose stessero come effettivamente raccontano il sindaco e il Comando, molti potrebbero sentirsi quasi sdegnati all’idea che un giornalista denunci un atto così “caritatevole”. Ma il video non vuole denunciare la carità di un vigile, quanto sottolineare una storia vecchia e nota: che in Italia troppo spesso i dipendenti pubblici “dimenticano” il loro ruolo effettivo e approfittano dei benefici di un contratto di lavoro statale per fare commissioni, spese, servizi privati, telefonate lunghe e costose. Il tutto fregandosene del fatto che a pagare quelle ore di lavoro non lavorate, quella benzina usata “Cicero pro domo sua” e tutte quelle piccole mosse “all’italiana” sono prima di tutto i cittadini italiani.
Scritto da Chiara Baldi il 3 settembre 2012 in Società
http://www.dirittodicritica.com/2012/09/03/barbagallo-vigile-querela/
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