Nel modulo la si prende alla lontana: prima ci sono le domande sull'happy hour e sugli 'eventi musicali'. Poi, si sa: se uno nella vita inizia con una birretta al concerto, inevitabilmente finisce in overdose su una panchina.
GRANDISSIMA CAVOLATA
Ti droghi? Dillo al ministro
Nelle case di molti italiani sta arrivando un
surreale questionario governativo sul consumo di alcol, fumo, sali da
bagno, incensi, colle solventi, energy drink, sedativi, barbiturici,
crack, eroina, ma anche ayahuasca e kobret. E vogliono pure sapere dove
ve li procurate.
Una lettera timbrata dalla presidenza del Consiglio (Monti Mario) e
dal ministero della Salute (Balduzzi Renato) non è posta ordinaria.
Arriva ai primi di febbraio. E' una lettera d'aiuto e quando la
patria chiama, in un momento così difficile per la patria suddetta,
ci si mette a disposizione. In questo caso, a maggior ragione
perché si tratta di rispondere a un questionario realizzato in 25
paesi membri della Comunità Europea (due quindi non hanno aderito).
«Il suo contributo», si legge nella missiva, «per noi è fondamentale». Di quale contributo si tratta? Presto detto. La ricerca mira a «studiare le abitudini e gli stili di vita della popolazione italiana e di valutare l'eventuale consumo di alcune sostanze potenzialmente nocive». L'anonimato è garantito, in base alla legge sulla privacy.
La prima pagina è dedicata al quadro A con le informazioni generali, chi siete, che fate, quanto avete studiato. Poi si entra nel vivo dell'argomento (quadro B) con due domande dall'apparenza innocua: «pratica regolarmente attività fisica?» e «cosa fa durante il suo tempo libero?». Qui si sale di livello perché (B5) «se alla domanda precedente ha risposto "assisto ad eventi musicali", ha mai partecipato a un rave party?». Sì o no che sia, si passa al capitolo tabacco (quadro C).
Chi non ha mai fumato può, come a Monopoli, andare direttamente al quadro D: alcol. Qui le domande vertono sulla frequenza dell'evento etilico con un'attenzione speciale al fenomeno dell'happy hour. Quante volte, figliuolo, nell'ultimo mese? Gli astemi possono saltare l'intero quadro D e andare al quadro E-F, dedicato rispettivamente a energy drink e farmaci. Alla F il gioco si fa duro. Che cosa hai preso: sedativi, barbiturici, benzodiazepine, steroidi anabolizzanti? E quante volte? Avevi la ricetta o no?
La sezione G, e siamo appena a metà del libretto, si apre con una domanda che ormai non inganna nessuno: «ha mai SENTITO PARLARE di queste sostanze?» Le sostanze sono: smart drugs dai nomi suggestivi (ayahuasca, dev'essere una cosa maya o azteca), salvia divinorum, spinellum vulgare, amfetamine, ecstasy, colle solventi, popper, crack, coca, eroina oppure kobret, che non è il titolo dell'ultimo film di Scorsese ma si trova subito su google, nel reparto domande utili ("salve, vorrei chiedere come faccio a rendere il kobret iniettabile").
Al sottoquadro G3 arriva la vera domanda, anche qui con un inquietante misto di minuscolo/maiuscolo: «ha assunto ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA qualcuna fra le seguenti sostanze?», cioè le stesse elencate prima. Se si risponde sì, bisogna dare indicazioni sulla frequenza del consumo per ognuna delle sostanze, da 1-2 volte all'anno al tremendo «ogni giorno o quasi». Se si risponde no, si può andare al sottoquadro G7, dove uno pensa che potrà ritirare gli effetti personali e tornare a casa. Illusione. Arriva come una mazzata la domanda: «ha mai SENTITO PARLARE di sostanze psicoattive». No - uno urla - nooo. Ma non gli credono. Perché sarà pur capitato di avere SENTITO PARLARE di incensi, sali da bagno e profumatori ambientali che, in realtà, contengono cannabinoidi o catinoni sintetici. E qui palazzo Chigi e l'Ue ci mettono, come direbbe Montalbano, il carico da undici. «Come se le è procurate?» Sul web, in erboristeria, in uno smart shop (smart, capisci a me) oppure "altro".
Quando vi siete cantati nome e cognome dello spacciatore, non è ancora finita. Alla sezione H si parla di giochi, cioè di tutte quelle attività che fanno malissimo al cittadino e sulle quali lo Stato guadagna una decina di miliardi di euro all'anno. Al quadro I si parla di salute che, dopo questo giro della morte tra fumo, alcol, droga e gioco d'azzardo, non sarà proprio una bellezza. Però siamo in un paese democratico e il cittadino può, al quadro L, esprimere la sua libera approvazione o disapprovazione per le porcherie elencate nel questionario, sia le sue sia quelle altrui.
A questo punto, c'è ancora uno spazietto per eventuali note/osservazioni da riempire mentre vi riprendete dall'ordalia rilassandovi con una canna o inalando un catinone sintetico. Purché, s'intende, abbiate fatto il vostro dovere rispondendo con sincerità ai quesiti. Vi conviene, del resto. Se provate a non rispondere, come ha fatto il redattore di questo articolo, contribuite alla rovina dei conti pubblici perché vi rimandano il questionario, completo di busta preaffrancata e di calendario 2012 cartonato. Come mai un calendario? Così potete tenere il conto esatto dei danni che vi fate.
«Il suo contributo», si legge nella missiva, «per noi è fondamentale». Di quale contributo si tratta? Presto detto. La ricerca mira a «studiare le abitudini e gli stili di vita della popolazione italiana e di valutare l'eventuale consumo di alcune sostanze potenzialmente nocive». L'anonimato è garantito, in base alla legge sulla privacy.
La prima pagina è dedicata al quadro A con le informazioni generali, chi siete, che fate, quanto avete studiato. Poi si entra nel vivo dell'argomento (quadro B) con due domande dall'apparenza innocua: «pratica regolarmente attività fisica?» e «cosa fa durante il suo tempo libero?». Qui si sale di livello perché (B5) «se alla domanda precedente ha risposto "assisto ad eventi musicali", ha mai partecipato a un rave party?». Sì o no che sia, si passa al capitolo tabacco (quadro C).
Chi non ha mai fumato può, come a Monopoli, andare direttamente al quadro D: alcol. Qui le domande vertono sulla frequenza dell'evento etilico con un'attenzione speciale al fenomeno dell'happy hour. Quante volte, figliuolo, nell'ultimo mese? Gli astemi possono saltare l'intero quadro D e andare al quadro E-F, dedicato rispettivamente a energy drink e farmaci. Alla F il gioco si fa duro. Che cosa hai preso: sedativi, barbiturici, benzodiazepine, steroidi anabolizzanti? E quante volte? Avevi la ricetta o no?
La sezione G, e siamo appena a metà del libretto, si apre con una domanda che ormai non inganna nessuno: «ha mai SENTITO PARLARE di queste sostanze?» Le sostanze sono: smart drugs dai nomi suggestivi (ayahuasca, dev'essere una cosa maya o azteca), salvia divinorum, spinellum vulgare, amfetamine, ecstasy, colle solventi, popper, crack, coca, eroina oppure kobret, che non è il titolo dell'ultimo film di Scorsese ma si trova subito su google, nel reparto domande utili ("salve, vorrei chiedere come faccio a rendere il kobret iniettabile").
Al sottoquadro G3 arriva la vera domanda, anche qui con un inquietante misto di minuscolo/maiuscolo: «ha assunto ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA qualcuna fra le seguenti sostanze?», cioè le stesse elencate prima. Se si risponde sì, bisogna dare indicazioni sulla frequenza del consumo per ognuna delle sostanze, da 1-2 volte all'anno al tremendo «ogni giorno o quasi». Se si risponde no, si può andare al sottoquadro G7, dove uno pensa che potrà ritirare gli effetti personali e tornare a casa. Illusione. Arriva come una mazzata la domanda: «ha mai SENTITO PARLARE di sostanze psicoattive». No - uno urla - nooo. Ma non gli credono. Perché sarà pur capitato di avere SENTITO PARLARE di incensi, sali da bagno e profumatori ambientali che, in realtà, contengono cannabinoidi o catinoni sintetici. E qui palazzo Chigi e l'Ue ci mettono, come direbbe Montalbano, il carico da undici. «Come se le è procurate?» Sul web, in erboristeria, in uno smart shop (smart, capisci a me) oppure "altro".
Quando vi siete cantati nome e cognome dello spacciatore, non è ancora finita. Alla sezione H si parla di giochi, cioè di tutte quelle attività che fanno malissimo al cittadino e sulle quali lo Stato guadagna una decina di miliardi di euro all'anno. Al quadro I si parla di salute che, dopo questo giro della morte tra fumo, alcol, droga e gioco d'azzardo, non sarà proprio una bellezza. Però siamo in un paese democratico e il cittadino può, al quadro L, esprimere la sua libera approvazione o disapprovazione per le porcherie elencate nel questionario, sia le sue sia quelle altrui.
A questo punto, c'è ancora uno spazietto per eventuali note/osservazioni da riempire mentre vi riprendete dall'ordalia rilassandovi con una canna o inalando un catinone sintetico. Purché, s'intende, abbiate fatto il vostro dovere rispondendo con sincerità ai quesiti. Vi conviene, del resto. Se provate a non rispondere, come ha fatto il redattore di questo articolo, contribuite alla rovina dei conti pubblici perché vi rimandano il questionario, completo di busta preaffrancata e di calendario 2012 cartonato. Come mai un calendario? Così potete tenere il conto esatto dei danni che vi fate.
di Gianfrancesco Turano
LEGGI ANCHE: http://cipiri.blogspot.it/2012/05/o-bevi-o-guidi-o-fai-ginnastica.html
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