La
Rosa Tricolore Renzi premier Berlusconi Presidente della Repubblica
'L'Espresso' è entrato in possesso del documento riservato commissionato
dal Cavaliere a un gruppo ristretto di consiglieri capeggiati da
Dell'Utri e Verdini (oltre che dal suo nuovo guru Volpe Pasini).
Risultato: via il Pdl e quasi tutti i suoi dirigenti, nasce una Lista
Civica nazionale che dovrà allearsi con il sindaco di Firenze, destinato
a Palazzo Chigi. Obiettivo: salvare Silvio dai giudici e (se possibile)
farlo eleggere Presidente della Repubblica
Il documento circolava ieri riservatamente nell'aula di Palazzo
Madama mentre i senatori si apprestavano a votare per l'arresto di
Luigi Lusi. Appena arrivato da Milano, top secret, affidato
soltanto a un ristrettissimo gruppo di notabili berlusconiani.
Nessun file, solo carta, come ai bei vecchi tempi.
Otto
pagine dattiloscritte più la copertina, titolo "La
Rosa Tricolore", sottotitolo "Un Progetto per Vincere
le elezioni politiche 2013". E il simbolo, una rosa stilizzata con
i petali rossi, bianchi e verdi su tutte le pagine.
Dopo giorni di indiscrezioni sempre smentite, ecco per la prima
volta messo nero su bianco il piano di Silvio Berlusconi per
superare indenne il disastro del Pdl, dato in picchiata nei
sondaggi, e provare a vincere alle prossime elezioni, tra un anno o
nel 2012 «nel caso di voto anticipato», si legge nel documento,
nell'eventualità più che mai attuale che il governo Monti venga
fatto cadere.
Un piano in tre mosse. Primo, azzerare l'attuale Pdl, considerato
in blocco «non riformabile» insieme a tutti i suoi dirigenti (con
un singolare eccezione: Denis Verdini).
Secondo, costruire un network di liste di genere (donne, giovani,
imprenditori) tutte precedute dal logo "Forza".
E, infine, l'idea più clamorosa: candidare un premier a sorpresa,
pescato come nel calcio mercato dalla squadra avversaria: non Luca
Cordero di Montezemolo né Corrado Passera né tantomeno il povero
Angelino Alfano. Ma il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi,
oggi candidato in pectore alle primarie del Pd.
Pdl tutti a casa. E senza tv.
Il presupposto dell'operazione Rosa Tricolore è la catastrofe
dell'attuale centrodestra e del partito azzurro. «Il Pdl», si
legge, «appare non riformabile e i suoi dirigenti hanno un tale
attaccamento alla proprio posto di privilegio da considerare come
fondamentale la sopravvivenza solo di se stessi. Miracolati
irriconoscenti appiccicati sulle spalle di Berlusconi». Il rischio
è che la sconfitta del Pdl trascini con sé anche «la fine politica»
del Cavaliere. E non solo: «La sconfitta toglierebbe a Berlusconi
la sola protezione contro chi lo vuole morto finanziariamente,
giudizialmente e fisicamente».
Insomma, i capi del Pdl, pur di non soccombere, condannerebbero al
patibolo il loro creatore Silvio. Con alcune eccezioni. Più di
tutti, Denis Verdini, «che ha dimostrato capacità di lavoro e di
risultato organizzativo ed operativo», ma anche il coordinatore
lombardo Mario Mantovani. Soluzione radicale: «la sola svolta
possibile sarebbe le loro dimissioni dai ruoli di partito, la loro
scomparsa dai giornali e dal video e la loro non ricandidatura»,
eccezion fatta per chi ha un solo mandato. Insomma, si salva Maria
Rosaria Rossi.
E a casa, e pure senza telecamere, i «professionisti della
politica»: La Russa, Gasparri, Frattini, Quagliariello, Cicchitto,
Matteoli, Brunetta, Sacconi... E naturalmente il segretario Alfano,
«che aveva la possibilità di dimostrare la sua leadership e
invece non ha fatto nulla dimostrando di far parte a pieno titolo
della vecchia classe dirigente che i cittadini chiedono che venga
sostituita con facce nuove giovani e non».
Dalla Brambilla a Marco Rizzo
Un progetto di rottamazione? Molto di più: il Piano di Rinascita
Berlusconiana si richiama esplicitamente a Beppe Grillo. Un
movimento leggero, solo nazionale, senza apparati regionali, costi
bassissimi, senza finanziamento pubblico e, svolta epocale per Sua
Emittenza, con la Rete al posto della tv. Un network che mette
insieme lo spirito vincente di Forza Italia '94 e la lezione di 5
Stelle. Organizzazioni di genere: «Forza Donne. Forza
Imprenditori. Forza Giovani». E poi studenti, pensionati, pubblici
dipendenti. Tutti raggruppati in un movimento nazionale, le cui
ipotesi di nome sono Forza Silvio oppure Forza Italiani.
Una lista del genere, si calcola, potrebbe valere con quel che
resta del Pdl il 28-30 per cento dei voti. Cui andrebbero aggiunti
i consensi raccolti dal bouquet di liste fiancheggiatrici già
pronto. Si va dalla Destra di Storace alla lista Sgarbi
("Rivoluzione") ai pensionati alle new entries.
La lista Santanchè, gli animalisti della Brambilla, una fantomatica
nuova Alleanza democratica con gli ex dc, una Lista Sud e una Lista
Nord («se salta l'accordo con la Lega») e la nuova di zecca Siamo
Italia affidata all'ex supercommissario Guido Bertolaso. Tutte
insieme le liste pro-Silvio potrebbero toccare tra il 37 e il 42
per cento. Competitive con Grillo, che scenderebbe al 12 per cento.
E soprattutto con il Pd e con il centrosinistra oggi dato per
vincente.
Contando anche su qualche quinta colonna nel campo avversario: per
esempio il comunista Marco Rizzo. Per togliere voti alla coalizione
di Bersani «potrebbe essere di interesse sostenere la presenza del
gruppo di Marco Rizzo affinché si presenti alle elezioni
politiche». Quando si dice la doppiezza: Berlusconi anti-comunista
nelle piazze, sponsor di Rizzo nelle stanze dei patti
elettorali.
Matteo nuovo Silvio
Ma la sorpresa più grande il Piano B. la riserva quando
si arriva a parlare di chi potrebbe essere il prossimo candidato
premier. «Fermo restando che nessuno potrebbe svolgere questo
compito meglio di Berlusconi, questo vale solo se lui sente il
grande fuoco dentro di sempre». Se invece il fuoco del Cavaliere
fosse intiepidito, sarebbe meglio pensare a un nome nuovo. Alfano?
«Non crea trascinamento e emozioni». Montezemolo? «Troppo elitario
e tentennante». Passera? «Privo di carisma e di capacità
decisionali forti. La permanenza nel governo Monti non lo aiuta».
E allora la sola cosa da fare, «folle, geniale», è schierare il
campione del campo avverso: «Il solo giovane uomo che ci fa
vincere: Matteo Renzi». Il sindaco di Firenze? Ma non è del Pd?
Certo. Ma chi ha scritto il documento ricorda con lucidità che il
rottamatore è inviso ai dirigenti del partito e alla Cgil, mentre è
apprezzato dagli elettori del centrodestra. «Se Berlusconi glielo
chiedesse pubblicamente non accetterebbe. Sarebbe un errore fare
una richiesta pubblica da parte del leader», che pure conosce e
stima Renzi, annota il testo, ricordando gli incontri di Arcore tra
il sindaco e il Cavaliere. «Bisogna che Renzi si candidi da solo
con la sua lista Renzi e che apra a tutti coloro che condivideranno
il suo programma (ovviamente preventivamente concordato). A quel
punto la nuova coalizione di centrodestra si confronterà con lui e
deciderà di sostenerlo per unità di vedute e di programmi». Lista
Renzi e Forza Silvio insieme. E le primarie annunciate del Pd, dove
Renzi dovrebbe sfidare Bersani? Non si faranno mai, scommettono gli
autori del documento, che si ritengono ben informati.
Nuovi inni e vecchi condoni
Il programma. I punti forti sono da berlusconismo d'antan. Via le
tasse dalla prima casa, via le intercettazioni e carcere
preventivo, via i limiti troppo stretti per l'uso dei contanti. E
poi abolizione di Equitalia, un «grande condono» e
presidenzialismo. Ma la rivoluzione sarà nella forma: un programma
già composto di disegni di legge da approvare senza emendamenti
entro cento giorni per le leggi ordinarie e dodici mesi per le
leggi costituzionali. E poi, sembra una notazione frettolosa, c'è
da eleggere il Presidente della Repubblica. Il candidato non è
specificato, ma si può immaginare chi sia. Un piano così
minuzioso non poteva dimenticare la colonna sonora, i gadget e le
parole d'ordine. L'inno «sarà quello di Forza Italia adeguato al
nuovo nome». E c'è già l'indirizzo web: rosatricolore.it che si
aggiunge ai già esistenti forzasilvio.it e forzaitalia.it
Il circolo Dell'Utri
Fantapolitica? Se lo chiedono alla fine anche gli estensori del
Piano. E ci sarebbe da pensarlo se non fosse per altri indizi che
portano direttamente nel cuore di Arcore e di Palazzo Grazioli. A
registrare il domino web di Rosa Tricolore il 23 aprile scorso è
stato Diego Volpe Pasini, da ormai quasi due anni fra i più intimi
consiglieri dell'ex premier. Imprenditore dalle alterne fortune,
cinquantuno anni, romano di nascita ma friulano di adozione, tra i
fondatori di Forza Italia nel 1994, animatore della lista Sgarbi,
dopo anni burrascosi è rientrato nell'inner circle di Berlusconi
forte degli antichi rapporti con il senatore Marcello Dell'Utri,
mai interrotti nel corso degli anni, e di una più recente amicizia
con il coordinatore Verdini. E' lui il probabile estensore del
Piano, partorito all'interno della fondazione che è stata
incaricata da Berlusconi di rinnovare il Pdl. Da mesi lavorava in
silenzio, questo è il primo risultato. Che dimostra come per
tornare a vincere bisogna ripartire dagli amici di sempre, quelli
che fondarono Forza Italia. Dell'Utri e il suo sodale della P3
Verdini, per esempio. Il futuro ha un cuore antico: anche per
Berlusconi.
di Tommaso Cerno e Marco Damilano
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/berlusconi-il-piano-segreto-per-renzi-premier/2184940//0
leggi anche :
http://cipiri.blogspot.it/2015/05/danni-creati-allitalia-da-berlusconi.html
Danni Creati all'Italia da Berlusconi
Il fautore della più grave regressione antropologica, culturale, sociale economica e legale della storia Italiana ...
Un giorno dovremo vergognarci con i nostri figli di aver avuto al potere per 12 anni e 4 governi un evasore fiscale frequentatore di prostitute minorenni
Berlusconi e i suoi sodali sono stati un male per l’Italia sostanzialmente
per le seguenti tre principali ragioni:
1) Berlusconi dal punto di vista etico e morale rappresenta il peggio della cultura moderna;
2) Berlusconi sta attentando ai principi fondanti dello stato di diritto e della costituzione facendo leggi a proprio uso e consumo;
3) questo governo fa quasi esclusivamente leggi a favore dei più potenti, ricchi e corrotti, leggi per curare gli interessi aziendali di Berlusconi, per risolvere i problemi giudiziari di Berlusconi, senza preoccuparsi dei precari, dei disoccupati, delle famiglie più povere.
RICORDIAMOCI PERCHE' L'ITALIA
E' ARRIVATA NEL 2015
CON 10 MILIONI DI PERSONE
CHE NON ARRIVANO A FINE MESE
Ecco un elenco, in ordine temporale, per chi non ricorda o non sa quali e quanti loschi provvedimenti, spesso tenuti nascosti dalla disinformazione televisiva, Berlusconi e i suoi sodali hanno preso dall’inizio della legislatura, mettendo da parte la questione etica, morale,
e i problemi giudiziari del premier:
1) Berlusconi appena tornato al governo ha abrogato norme di contrasto all'evasione fiscale varate dal governo precedente.
2) Ha abolito i tetti agli stipendi dei manager pubblici varati dal precedente governo.
3) Ha abrogato le norme più restrittive varate dal precedente governo sull'utilizzo dei voli di stato.
4) Ha cancellato la legge n.188 del 17 ottobre 2007 fatta dal governo Prodi che contrastava...continua a leggere
http://cipiri.blogspot.it/2015/05/danni-creati-allitalia-da-berlusconi.html
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